
Lea Castelli è un’infermiera pediatrica che torna a Ferrara, dopo il divorzio dal marito a seguito della perdita del figlio che aspettavano per riprendere il suo posto da infermiera nel reparto di pediatria dell’ospedale estense.
E’ una storia semplice ma autentica che parla di amicizia, di passione, di paure, di lacrime e risate, ma anche dell’ironia della vita coprodotta da Rai Fiction e Banijay Studios Italy in onda in prima serata su Rai1 ogni martedì sera.
Oltre ad Anna Valle, Giorgio Pasotti e Mehmet Günsür, in “Lea un nuovo giorno” troviamo una assai brava Manuela Ventura; si tratta un’attrice versatile che il pubblico ha già avuto modo di conoscere, impegnata in teatro – attualmente in tournée nazionale con lo spettacolo “Baccanti” -, cinema e televisione, appassionata ed empatica.
Questa volta la vediamo in Favilla Mancuso, una donna diversa da quelle interpretate fino ad ora. Ne abbiamo parlato con lei.
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Manuela, ti rivediamo su Rai1 dopo diverso tempo. Perché hai detto sì a “Lea un nuovo giorno” ?
Avevo già lavorato con la regista Isabella Leoni e mi ero trovata molto bene, sia umanamente sia lavorativamente. Il mio sarebbe stato un ruolo diverso dal solito con una veste diversa. La Squadra di lavoro era ottima. E’ stata la prima proposta quando abbiamo ricominciato ad essere liberi dopo il duro lockdown
Tu sei Favilla Mancuso, come ti sei preparata?
Ci sono state spiegate le modalità, gli atteggiamenti e gli strumenti per essere buoni operatori sanitari; siamo cioè entrati nel mood ospedaliero.
Come la descriveresti?
E’ una donna spigolosa, puntigliosa e con un’ironia e una sagacia che la rendono simpatica. Ha un’umanità e una generosità che nasconde. Nel corso della storia, ci saranno delle aperture ed emergeranno le sue fragilità.
In che modo il tuo personaggio interagisce con Lea?
Con lei, inizia con il piede sbagliato; il suo arrivo le scombussola i piani. Favilla non sarà più al centro delle attenzioni. L’arrivo di Lea è una ventata di aria nuova che verrà poi compreso da Favilla che capirà il suo modo di fare e d’essere.
Questa è una fiction ambientata nelle corsie di un ospedale con protagonisti i bambini. In quale veste li raccontate?
Gli adulti lasceranno da parte le loro problematiche per dare conforto e curare i più piccoli. L’atmosfera è più delicata e più immediata; si empatizza con i bambini che hanno un cuore buono.
Possiamo dire che questa che vediamo in tv una prospettiva al femminile anche per dare risalto alle figure delle infermiere?
Certamente. Tutta la fiction è uno sguardo al femminile, a cominciare dalla regista e dalla protagonista. Ogni personaggio è diverso dall’altro; tanta energia, tanta forza e tanti sentimenti sono i protagonisti di questa storia di rinascita al femminile.
Cosa ti auguri arrivi di questa fiction di Rai1?
La semplicità e l’autenticità della storia che raccontiamo, oltre che la grande umanità di una squadra eccezionale. E’ un medical ma in chiave melò.
Non è la prima volta che reciti affiancando Anna Valle, com’è stato ritrovarla?
Non vedevo l’ora. Da quando abbiamo lavorato insieme, è nata un’amicizia, una complicità e anche tanto divertimento.
Sei anche in tournée con “Baccanti” ?
Esatto, manca poco alla fine di questo viaggio. Sono contenta perché i teatri hanno alzato il sipario e sono ripartiti dopo due anni di singhiozzi. Ogni attore sente l’esigenza di scambiare il respiro con il pubblico in sala. Nel mio caso, è una rivisitazione della tragedia di Euripide in chiave più concreta.
I tuoi prossimi progetti?
Usciranno al cinema “Una boccata d’aria” di Alessio Lauria e “Shotgun” di Marta Savina.