SARA LAZZARO
« Essere attrice è un modo di vivere, un modo di esprimermi, è l’occasione di raccontare storie».
Molto gentile, dolce e di una bellezza rara e molto delicata: questo è Sara Lazzaro – Ph. Manuela Masciadri -, la brava attrice di madrelingua inglese e italiana – questo l’ha portata a vivere tra Padova e la California permettendole di costruire un percorso artistico nazionale e internazionale – che sta vivendo un momento d’oro e ricco di nuove grandi sfide lavorative.
La stiamo infatti vedendo in “Doc – Nelle tue mani“, la fiction firmata LuxVide che ogni giovedì sera in prima serata su Rai1 registra un record di ascolti; nell’amata serie tv è Agnese Fanti, l’ex moglie del protagonista interpretato da Luca Argentero.
Si tratta di un personaggio che le ha fatto riscoprire la corsia che aveva già sfiorato in “Braccialetti Rossi” e che le ha portato fortuna, portandola a lavorare, tra gli altri, con Paolo Sorrentino e Cyrus Nowrasteh.
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Sara, partiamo da “DOC 2”. Pochi si sarebbero aspettati che questa fiction avesse tanto successo nella prima stagione. Cos’ha significato il tanto affetto che hai ricevuto durante la messa in onda della serie tv?
Molto per tutti noi. Abbiamo iniziato a girare nel settembre del 2019 e mai ci saremmo immaginati quanto poi sarebbe accaduto. Gli operatori sanitari sono persone speciali da sempre e, in piena pandemia, ne abbiamo preso ancora più consapevolezza.
L’entusiasmo del pubblico è stato incredibile, gratificante e la risposta di medici e infermieri è stata ottima. Per me è stato un vero e proprio debutto su Rai1 e ne sono felicissima.
Tu sei Agnese Fanti, l’ex moglie di Andrea, come l’abbiamo lasciata nella prima stagione e come la ritroviamo? Che evoluzione c’è stata in lei?
Il personaggio è molto complesso e nel corso della storia acquisterà nuove consapevolezze; affronterà vari conflitti che pian piano si scioglieranno.
Inizialmente il rapporto con l’ex marito era pessimo ed era difficile affrontare la morte di un figlio; con il continuo scorrere della vita, le ferite si fanno più lievi e ci sarà un avvicinamento tra lei ed Andrea.
Agnese è caduta diverse volte, ma ha saputo rialzarsi. Ora ha un nuovo compagno ed un bambino in affido che le comporterà nuove responsabilità. Non è più direttore sanitario ma con lo scoppio della pandemia è tornata a lavorare in corsia.
Riscoprirà una nuova morbidezza di sé. Posso dirti che Agnese ha varie sfumature, non è mai ferma, ma in costante evoluzione.
In “DOC” avete affrontato molti temi come quello della pandemia che ha investito il mondo intero, come il superare un dolore come la perdita di un figlio, la malattia, la morte ma anche l’amore, la speranza e la vita. Possiamo dire che il suo successo è la forte umanità?
Sicuramente è un aspetto molto importante. Ogni personaggio ha un suo punto di vista. L’accudire e l’accudirsi, il lottare, il non mollare mai e l’empatizzare di questi medici con i propri pazienti fa sì che il pubblico possa anche identificarsi in questi ultimi.
Non è la prima volta che reciti in corsia: hai preso parte anche alla terza stagione dei “Braccialetti Rossi“, altro successo della rete ammiraglia.
Esatto. Ho vestito i panni di una madre di una bambina non vedente e in quel caso Lucia – il mio personaggio – era alla ricerca di risposte, oltre che avere amore e un senso di protezione per la figlia. Agnese invece le risposte deve darle.
Usciamo dall’ “ambiente ospedale” e parliamo un po’ di te. Perché fare l’attrice?
Fin da bambina, ero affascinata dall’arte; mi piaceva disegnare, facevo danza e suonavo il pianoforte. Un corso di teatro al liceo mi ha fatto incuriosire di questo mestiere; mentre studiavo architettura a Venezia, nel tempo libero ero sempre su un palcoscenico.
Mi sono detta di tentare: ho fatto domanda ad una scuola a Londra e mi hanno presa; da quel momento non mi sono più fermata.
Cosa significa esserlo?
E’ un modo di vivere, un modo di esprimermi, è l’occasione di raccontare storie. Mi riconosco quando recito. Recitare vuol dire portare un messaggio, dare voce e corpo ad un’altra persona; vuol dire essere.
Se ti dico Padova e California cosa ti corre subito alla mente?
La mia casa che di fatto è duplice, è multiculturale. Sono le mie radici e rappresentano la mai identità.
Sei tra i protagonisti di “Fedeltà”, la nuova serie tv di Netlfix. Gelosia, ossessione, insicurezza: sono queste le tematiche affrontate ma cosa significa essere fedeli, per te?
Vuol dire essere aderenti a se stesso e agli altri. Significa essere leali e rispettosi.
Tu qui chi interpreti?
Io sono Giulia, impegnata con Marco, e amica di Margherita, la protagonista. Sono una gallerista, eclettica ed energica. Io e il mio compagno siamo molto legati a Carlo e Margherita. Ogni personaggio avrà tinte problematiche non indifferenti.
I tuoi prossimi progetti?
A marzo uscirà “Volevo fare la rockstar 2” su Rai2 e uscirà al cinema “Siccità” di Paolo Virzì.