
«Con Viola ho subito capito di avere un grosso carico sulle spalle»
L’Istituto di detenzione minorile è un’interruzione di tempo e spazio per i ragazzi che, nel pieno della loro giovinezza, si sono rivelati pericolosi per la società in cui vivono.
Qui dentro, nel vuoto provocato dallo sradicamento dal loro ambiente familiare e sociale hanno modo di capire chi sono stati, chi sono e chi vorranno essere.
Questo racconta su Rai2 “Mare fuori“, giunto alla sua seconda stagione, con molto interesse da parte del pubblico.
Tra i protagonisti troviamo Viola, una ragazza del nord che ha commesso un delitto tanto feroce quanto immotivato.
È manipolatoria e ama esercitare il potere sulle persone, sia uomini che donne. Ad interpretarla è Serena De Ferrari, torinese, del 1998 con due occhi verdi magnetici e i capelli rossi, piena di frizzanti sfumature emotive.
Ha studiato musica per 12 anni e canto lirico per 5, in Italia e a New York, ma poi ha capito che la recitazione era la sua vera passione e si è iscritta al Lee Strasberg Theatre and Film Institute.
Su Showinair l’abbiamo intervistata.
Serena, ti stiamo vedendo in questa seconda stagione di “Mare fuori”. Perché hai deciso di esserci ancora?
Era un progetto che mi stava molto a cuore con una squadra di persone stupende.
Per quanto il mio personaggio potesse essere odiato, è stato bello prestarle anima e corpo: lo spettatore, grazie a Viola, è riuscito spero in parte a differenziare il buono dal cattivo.
Tu sei Viola. Qual è stata la tua prima reazione quando hai letto la sceneggiatura e “metabolizzato” il ruolo che avresti dovuto interpretare?
In ogni modo ho subito capito di avere un grosso carico sulle spalle. La sfida di esprimere odio e malattia mentale era enorme.
Come ti sei calata in un personaggio così diverso da te e dalla tua personale esperienza di vita?
Innanzitutto ho lavorato molto sulla mimica facciale e le espressioni del volto; ho cercato di catturare e assorbire quanto più possibile leggevo e vedevo, non dovevo però risultare una macchietta. Ho tolto piuttosto che aggiungere.
Come descriveresti Viola?
Nella prima stagione, è anaffettiva e priva di sentimenti, gelida fuori e dentro, lenta, malvagia e cattiva.
Nella seconda, è molto più umana, più dispettosa e un pochino più spaventata da un nuovo arrivo in carcere.
Cos’ha significato per te interpretare la parte della cattiva?
Una grande conquista.
Ho avuto un percorso di studio a New York piuttosto intenso e vestivo molto spesso i panni di una cattiva, motivo per cui è stato divertente e affascinante farlo per Mare Fuori.
E’ una forte responsabilità.
Tu e la recitazione: cosa significa essere attrice per te? Quando hai capito di aver intrapreso la strada giusta?
In principio ho iniziato con pianoforte e canto lirico; quando portavo in scena un’opera, mi sono accorta che mi piaceva moltissimo vivere altre vite e così mi sono ripromessa che avrei tentato anche questa strada.
Sono eclettica, motivo per cui mi piace fare e sperimentare molto.
Grazie alla mia Coach Beatrice Pelliccia, la stessa di Lady Gaga in The house of Gucci, sto imparando moltissimo.
Ora sono iscritta all’Accademia di Belle Arti a Roma e posso dirti di essere legata all’arte sempre di più.
Non solo l’arte di calarsi nei panni di altri ma anche musica nella tua vita. Cosa lega questi due mondi secondo te?
Per chi ha sensibilità per l’arte, non c’è differenza.
Quando reciti, devi avere una completa padronanza di te stessa, anima e corpo.
Quale messaggio vorresti arrivasse al pubblico di “Mare fuori 2”?
Chiunque può sbagliare, ma tutti possiamo avere un riscatto e cambiare.
I tuoi prossimi progetti?
Uscirà un film internazionale horror dal titolo “The bunker game“.