Un professore di filosofia, con il volto di Alessandro Gassmann, insegna in un liceo romano e impiega la sua materia – si tratta di filosofia -, da Socrate, Epicuro a Kant, per aiutare i suoi studenti ad affrontare i problemi della vita che a volte, per gli adolescenti, possono apparire irrisolvibili. Questo affronta “Un professore” ogni giovedì sera su Rai1 con la regia di Alessandro D’Alatri. Tra gli attori protagonisti non solo Gassmann e Pandolfi, ma anche Francesca Colucci (PH. Anna Camerlingo), giovane ventenne avellinese che veste i panni della studentessa Chicca. Ha iniziato a lavorare come modella, mestiere che le ha permesso di viaggiare ed esplorare la sua voglia di giocare e trasformarsi. La vera passione però è recitare. Nel 2019 è stata scelta per recitare nella fiction “Romulus” per Sky, diretta da Matteo Rovere.

Francesca, partiamo dall’inizio. Perché dire sì a “Un professore”?

Questo è il mestiere che vorrò fare sempre nella vita. E’ un gradino in più, oltre che una scusa per andare via da Milano. E’ stata la spinta giusta in un periodo di grande confusione per me.

Tu vesti i panni di Chicca, descrivila.

E’ una giovane ragazza che ha bisogno di capire fino a dove può spingersi, fino a dove arriva il suo coraggio, la sua forza. Prima viene lei e poi tutti gli altri. Deve darsi la giusta importanza.

Lei come vede il suo futuro?

Non convenzionale. Esprime il suo mondo e le sue emozioni attraverso la pittura; quest’ultima è il tramite giusto per conoscersi e per avere un obiettivo nella vita.

Chicca e la felicità?

Ha paura di essere felice; la felicità le è stata strappata da piccola. E’ la pecora nera della famiglia con una madre che ritiene che non abbia talento e che il suo futuro sia fare la shampista. Riceve costantemente schiaffi emotivi in casa, nessuno crede il lei. Troverà il coraggio grazie a Dante, la figura adulta che vedrà in lei una scintilla.

Cosa ha significato essere diretta da  Alessandro D’Alatri?

Ricordo benissimo il provino. Lui ha capito ciò io cercavo di esprimere, ovvero l’aggressività e il vuoto di Chicca. Ha compreso anche che nella vita vorrei fare solo l’attrice. E’ di un’umanità e una professionalità uniche. Sul set era sempre con il sorriso.

Tra tutti i filosofi che “popolano” ne senti uno particolarmente vicino a te?

Socrate. Mi ritrovo nella costante ricerca della verità che si può trovare con un’indagine interiore, attraverso un dialogo con noi stessi, e in relazioni con gli altri, una sorta di confronto. E’ necessario porre delle domande a noi stessi e agli altri, oltre che saper ascoltare.

Tu e la recitazione: com’è scoccata la scintilla?

Dopo il liceo mi sono trasferita a Milano; riuscivo a mantenermi ma non conoscevo nessuno, motivo per cui scrivevo moltissimo appuntando i miei pensieri. Ero giù di morale. Ho iniziato così a seguire corsi di recitazione per buttar fuori tutto ciò che non andava, ho preso coraggio. Essere attrice è una vera vocazione: hai gli occhi di un bambino e cammini con il cuore in mano.

Prima di recitare eri nella moda, cosa ti ha lasciato quel mondo?

Posso dirti che da piccolina mi travestivo sempre, forse è anche per questo che la moda è entrata nella mia vita. Mi ha fatto conoscere persone meravigliose ma mi ha lasciato anche tante ferite; mi ha permesso di crescere ed essere sempre più indipendente.

Cosa ti auguri arrivi di  “Un professore”?

Vorrei che si cominciassero ad aprire sempre di più discussioni su tematiche che fanno parte della nostra quotidianità. Giovani e adulti sono due mondi molto più vicini di quello che si possa pensare, motivo per cui il dialogo tra i due è fondamentale.