Testarda, intuitiva, tenace, positiva: è Blanca, la protagonista dell’omonima fiction di Rai1 che ha debuttato la scorsa settimana trionfando negli ascolti con 5,7 milioni di spettatori e il 26% di share. Vediamo Maria Chiara Giannetta nei panni di una profiler non vedente che fa della sua disabilità un punto di forza. Oltre a lei troviamo Giuseppe Zeno e Pierpaolo Spollon. “Blanca” è ispirata al romanzo omonimo di Patrizia Rinaldi e segue le vicende di una giovane donna che ha perso la vista all’età di 12 anni, a causa di un incendio in cui è morta la sorella. È entrata in polizia e oggi è consulente a Genova. Blanca è specializzata in décodage, ossia l’ascolto analitico di tutti i materiali audio delle inchieste, come ad esempio intercettazioni e interrogatori. Prodotta da Luca e Matilde Bernabei per Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, la serie è diretta da Jan Maria Michelini (affiancato da Giacomo Martelli per gli episodi. 4-6) ed è stata realizzata con la consulenza artistica di Andrea Bocelli. Tra le penne che hanno firmato la sceneggiatura troviamo quella di Mario Ruggeri, nome e firma ben nota nella rete ammiraglia che ancora una volta soddisfa e tiene incollati milioni di telespettatori.
Mario, com’è nata “Blanca”?
Il progetto viene da lontano. Parliamo di 5 anni fa. Nasce dall’idea di riadattare i romanzi di Patrizia Pellegrino, che aveva scritto appunto alcuni romanzi dal titolo Blanca. Un personaggio ipovedente che faceva la poliziotta a Napoli. Partendo da lì con fatica siamo arrivati a costruire il personaggio della serie TV, dandole in titolo proprio Blanca.
Già dalla prima puntata avete avuto il record di ascolti. In cosa consiste l’innovazione?
Direi che la parte più originale è il linguaggio, il modo in cui abbiamo trattato a 360 gradi le possibilità di raccontare e restituire la cecità, il modo di “vedere” il mondo di Blanca. Attraverso, ad esempio, il suono con l’olofonia, la possibilità cioè con le cuffie di stare “sonoramente” dal punto di vista della protagonista, con un modo di sentire il suono nuovo. Con la “camera nera”, un espediente narrativo, e insieme di effetti speciali, con cui abbiamo cercato di rappresentare il modo in cui un non vedente ricostruisce il mondo dentro la sua testa.
Come descriveresti Blanca, la protagonista?
Un personaggio straordinario che aspira ad avere una vita “normale”… e al contempo un personaggio che insegna ai “normali” che la vita può essere straordinaria. Difficile ma straordinaria. E’ proprio questa la chiave. Blanca porta in un mondo normale, ma grigio, i colori della vita, la voglia di vivere, anche a chi spesso, “normale”, pur avendo tutto per vivere, per essere felice, non lo è. Ci insegna che non ci sono limiti, che la vita va “ballata” anche sotto la pioggia.
Possiamo dire che la cecità di Blanca è diventata il suo punto di forza? Perché?
Assolutamente si. Perché la cecità l’ha costretta a rimboccarsi le maniche. Ad utilizzare tutti gli altri sensi per poter “vedere” il mondo, per interagire con esso. La verità è che a volte la vista in un qualche modo diventa per i “normali” il senso predominante, e in qualche modo addormenta gli altri sensi. Molte volte ci “accontentiamo” della vista, ci affidiamo solo a lei. Invece Blanca fa esattamente il contrario.
Per quali motivi scegliere come attori principali Maria Chiara Giannetta, Giuseppe Zeno e Pierpaolo Spollon?
Per Blanca volevano un personaggio giovane, energico, un Peter Pan che sfrontato affrontasse il mondo, a testa alta, a volte anche prendendo delle bastonate; questo è Maria Chiara. Un Peter Pan al femminile, che affronta il mondo con coraggio, a volte un po’ naif. Per Zeno ci piaceva il suo essere “vissuto”, la sua capacità di poter rappresentare un poliziotto che in un certo qual modo si è “arreso” al male. L’uomo anche da cui ogni donna dovrebbe stare alla larga, quello che insomma ti farà soffrire di sicuro. Spollon invece è l’esatto opposto. L’uomo della porta accanto. Il classico bravo ragazzo, inserito però nella modernità, e poi soprattutto coetaneo di Blanca. Condividono il mondo, il fatto di utilizzare gli altri sensi per esplorarlo.
Riuscite ad unire il crime, con il drama e la comedy. Sono sinonimo di emozione?
Mischiare i generi è un espediente per poter allargare il pubblico. La “dramedy” va molto di moda, ma va detto che Blanca è soprattutto un crime, con qualche tinta di rosa e di comedy. Ma non siamo di fronte ad una classica serie orizzontale con linee sentimentali o di commedia. Il centro del racconto è il personaggio di Blanca, come lei esplora il mondo, risolve il caso, con il suo carattere, con le sue “emozioni”.
Questa serie tv ha visto la partecipazione “indiretta” di Andrea Bocelli. Ci spieghi meglio?
Bocelli ci ha fatto da consulente. Innanzitutto ha incontrato Maria Chiara di persona per darle dei consigli su come interpretare il ruolo. Su come “muoversi” da non vedente. Maria Chiara ha imparato da lui è che tutto è possibile, anche per un non vedente. Pensate che Bocelli, a casa sua, si è messo a correre per le scale quando Maria Chiara e Jan Michelini, il regista, sono andati a trovarlo. Bocelli ha incontrato noi autori per raccontarci alcune esperienze della sua vita, il modo in cui ha affrontato la sua vita da non vedente. Soprattutto esempi del suo coraggio, della volontà di essere “come gli altri”. Bocelli ad esempio va a cavallo, in bicicletta. Lui stesso ci ha detto: non dovete porvi dei limiti.
Cosa ti auguri arrivi di questa fiction?
Che possa essere vista da un pubblico “giovane”, che possa portare su Rai 1 anche un pubblico che di solito non vi è presente. Soprattutto che possa dire al “nostro settore” che possiamo fare un piccolo passo avanti nel linguaggio, che il pubblico è pronto per prodotti che non sono squisitamente classici.
I tuoi prossimi progetti?
Sto lavorando ad Un Passo dal Cielo e a Diavoli 3. Spero poi che vadano in porto alcuni progetti con Netflix. Mi piacerebbe mettermi alla prova con dei progetti meno main stream. Vedremo.