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Adam Driver è uno stand-up comedian autodistruttivo e provocatorio, che vive in un contrasto mai esplicitato con il proprio pubblico. Una platea è pronta ad amarlo e a condannarlo con la stessa intensità, mentre i flash dei fotografi vogliono solo immortalarlo. Protagonista del successo e di una brutalità quasi insensata è poi solo nella sua discesa verso il buio. Marion Cotillard è una cantate lirica che tutti amano, una dea senza tempo, una figura salvifica che immobilizza chiunque la guardi. Un tormento nascosto dalla fama, dallo scrosciare degli applausi e da risate incontrollate mostrano i personaggi schiavi di una visione di sé stessi che, prima o poi, cesserà di esistere. L’abisso non tarda ad inghiottire vittima e carnefice, innocenti e colpevoli, dove anche chi osserva inerme e indifeso ne pagherà le conseguenze. “Annette” – dal 18 novembre al cinema – è un musical piuttosto atipico, un film ricco di metafore, citazioni e riferimenti che presenta due anime contrarie e complementari sull’orlo del baratro. La forma del musical raccoglie così in sé tutta l’amara rassegnazione di un percorso già scritto, di un mondo che è sul palcoscenico anche quando si torna alla realtà, a vivere un altro tipo di dramma. Il respiro che Leos Carax – regista – chiede allo spettatore di prendere nell’ouverture e poi trattenere il tempo che servirà a cantare la storia d’amore di due esseri folgoranti.
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