Dopo “Doc – Nelle tue mani” e “Fino all’ultimo battito”, in queste settimane stiamo vedendo una fiction che sta appassionando sempre di più i telespettatori. “Cuori”, in onda dal 17 aprile in prima serata su Rai1, è un medical period drama; la storia è infatti ambientata negli anni Sessanta, quando la medicina era ancora quello che è ai giorni nostri, e ha per protagonisti tre visionari cardiochirurghi. La loro sfida? Realizzare il primo trapianto di cuore.
Oltre a Daniele Pecci e Matteo Martari, troviamo la carismatica Pilar Fogliati, attrice che in questi ultimi anni vediamo protagonista di numerose fiction televisive. Di questa nuova sfida che la vede tra i protagonisti, del suo personaggio, degli anni sessanta e delle importanti tematiche affrontate nella serie tv abbiamo parlato con lei.
Alle Molinette di Torino, Achille Mario Dogliotti fu il primo a perfezionare il funzionamento della macchina cuore-polmone per la circolazione extracorporea. La fiction è prodotta da Aurora TV Banijay con Rai Fiction.
Amministratore Delegato della società produttiva è Giannandrea Pecorelli che, dopo una esperienza come regista, ha alternato l’attività di dirigente (in RCS Film e Tv, Rai Fiction, Sony Italia, Endemol Italia) all’attività di produttore. Tra i film prodotti e coprodotti: La Regina Margot, Il Giudice ragazzino, The Red Violin, Notte prima degli esami, Questo piccolo grande amore, Bar Sport, Arrivano i Prof.
In Rai ha avviato la produzione di Don Matteo, Un Medico in Famiglia e Incantesimo. Per Rai1 ha prodotto Il Paradiso delle Signore e le docufiction: Io sono Libero (su Libero Grassi), Adesso Tocca a me (su Paolo Borsellino), Il Professore (su Aldo Moro) e ora “Cuori”. Con lui abbiamo parlato proprio della sua ultima fatica, del suo percorso e anche del complesso ma affascinante mestiere che ha scelto.
Pilar, perché hai detto sì a “Cuori”?
Quello che mi è stato proposto è un ruolo bellissimo, molto bello per donna perché in lei c’è esattamente tutto. La storia che raccontiamo è ambientata nelle corsie di un’ospedale in anni di rinascita e riscoperta.
Tu sei Delia Brunello. Ci racconti chi è?
E’ una donna ambiziosa, coraggiosa, forte ma anche fratturata emotivamente che ha imparato a guardarsi dentro. E’ razionale e intelligente con il sogno di fare ricerca, è molto passionale e si fa travolgere dalle storie dei suoi pazienti.
Il tuo personaggio porterà non poco scompiglio tra i muri dell’ospedale. Quale significato ha per Delia la parola Cuore?
E’ sinonimo di dolore, soprattutto per il suo mestiere di medico ma anche per il suo cuore spezzato. Sa ascoltare il cuore degli altri ma il suo un po’ meno.
E per te?
Credo nell’amore e nel destino; l’amore è complicità con l’altro, è due cuori che si somigliano.
Siamo a Torino e siamo negli anni sessanta. Quale idea ti sei fatta di quel particolare periodo storico?
Ho nostalgia per ciò che non ho vissuto. Sono rimasta affascinata dal quel periodo in cui si rompevano gli schemi, si pensavano e si effettuavano vere battaglie, si andava oltre. La ricerca era alla base sia nella scienza sia nella musica. Innovazione e rinascita erano all’ordine del giorno.
Sono tanti i temi affrontati, prima tra tutti la donazione degli organi. Cosa pensi di questa delicata tematica?
E’ un importantissimo valore scientifico ed umano. La donazione degli organi unisce la scienza all’umanità. E’ un donare una parte di se stessi agli altri, bellissimo. Io sono favorevole
Altra tematica è sicuramente quello dell’emancipazione femminile. Il tuo personaggio porterà una ventata di aria fresca. In cosa sarà avanti rispetto a tutti gli altri?
Delia si sente addosso lo sguardo maschile e la sua modernità sta proprio nel comportarsi e farsi rispettare come se fosse un uomo. Di fatto anche noi donne, se vogliamo, sappiamo essere bravissime nel farci rispettare, in ogni luogo e in ogni epoca.
Pensi che le donne abbiamo fatto molti passi avanti rispetto a quegli anni o che ci sia ancora molta strada da fare?
Molto è stato fatto ma manca ancora qualcosa. E’ un tema molto caldo ancora. Negli anni sessanta c’era molta solidarietà femminile che però è venuta sempre meno. Le donne se si uniscono sono pazzesche, non dobbiamo dimenticarlo.
Cosa ti piacerebbe arrivasse di Delia e della fiction ai telespettatori?
L’intelligenza che fa cambiare lo sguardo sulle donne e il conflitto di amare due persone contemporaneamente.
I tuoi prossimi progetti?
Uscirà Corro da te di Riccardo Milani con Favino e la Leone e un progetto per Netflix. Sto girando un film di Giovanni Veronesi che mi deve attrice, in parte regista e in parte sceneggiatrice.