Proprio in queste settimane stiamo seguendo una delle fiction più seguite giunta alla sue ottava edizione, targata Rai2. Stiamo parlando de “L’Ispettore Coliandro”, diretta dai Manetti Bros. Il noto ispettore è sempre uguale eppure per il grande pubblico è sempre nuovo, visti gli ascolti sempre alti. Tra i vari personaggi della serie tv c’è Lorusso interpretato da Francesco Zenzola, un giovane ma molto bravo interprete del piccolo e del grande schermo. Abbiamo fatto una bella chiacchierata con lui.

Francesco, partiamo proprio da qui. Perché hai deciso di continuare “L’Ispettore Coliandro”?

“Come si fa a rinunciare ad una serie tv così bella, stimolante e divertente e soprattutto composta da un gruppo di persone straordinarie. Impossibile”.

Tu vesti i panni di Lorusso, come ce lo descriveresti?

“E’ un agente di polizia molto semplice, a tratti impacciato trasferitosi dalla Puglia a Bologna che da quando ha visto per la prima volta l’ispettore Coliandro ne è rimasto affascinato e cerca per prima cosa di diventarci amico, successivamente decide di emularlo con scarsi risultati”.

Cosa cambierà per lui in questa nuova stagione televisiva?

“Lorusso non si vedrà mai nella guardiola della questura. Sarà in parte più d’azione”.

Questa serie TV è molto amata dal pubblico, tanto da essere arrivata alla sua ottava stagione. Perché piace così tanto?

“È una fiction molto diversa dalle solite, con un linguaggio a mio modo di vedere innovativo e tridimensionale per questo è molto amata dal pubblico. Ha dei fan molto calorosi e speciali”.

Com’è stato tornare a girare a Bologna e nei territori limitrofi?

“E’ sempre bello, mi sono sentito subito a casa dal primo giorno in cui ci sono arrivato. È molto accogliente e nei giorni di pausa dalle riprese mi piace fare lunghe passeggiate sotto i portici ed esplorare vicoli nuovi”.

Questo sicuramente è uno dei periodi più complessi della nostra storia, tu come hai vissuto il periodo pandemico, non ancora giunto al termine?

“Girare nel periodo di pandemia è stato molto complesso, perché credo che il set sia un luogo di aggregazione e rapporti umani e questa pandemia ha reso il set un luogo diverso dal solito, ognuno era per conto suo in attesa del ciak, per non parlare dei vari protocolli molto rigidi con tamponi e mascherine per evitare contagi. Diciamo che siamo stati bravi e ci siamo riusciti”.

Perché hai scelto questo mestiere?

“Un giorno guardando Robert De Niro con mio padre nel film “C’era una volta in America” sono rimasto affascinato da questo grandissimo attore che riempiva la scena in una maniera incredibile. Da quel giorno mi è scattato qualcosa dentro che si alimentava giorno per giorno e ho iniziato a guardare film su film,anche 4-5 al giorno appassionandomi soprattutto agli attori. Da quel giorno è nato tutto”.

Cosa significa per te essere un attore?

“Essere attore per me vuol dire emozionarsi sempre per ogni cosa, anche per cose piccole… e vivo questo con molto entusiasmo. Mi entusiasmo per un provino, quando guardo la mia compagna recitare. L’entusiasmo per me è fondamentale e faccio di tutto affinché non vada mai via”.

Quale ritieni sia il compito di un attore nei confronti del pubblico?

“Un attore lavora per il pubblico, per trasmettere qualcosa allo spettatore. I tuoi prossimi progetti? In questo periodo sto girando una serie tv per una piattaforma importante, ma purtroppo non posso svelare molto”.