Pensiamo che il confine tra bene e male sia netto, bianco o nero, giorno o notte, ma se il medico che tradisce il codice deontologico è un padre che obbedisce all’imperativo di salvare la vita a suo figlio? Dove starebbero in quel caso il bianco e dove il nero? “Fino all’ultimo battito” – in onda su Rai1 in prima serata, giovedì la seconda puntata – è un medical drama originale, appassionante, che racconta la battaglia disperata e avvincente di un uomo che si trova sul punto di perdere la dignità, la famiglia, la donna che ama. Un uomo combattuto tra etica e sentimenti. Un protagonista con un forte dilemma interiore, in cui luci e ombre si susseguono incessantemente fino alla sconvolgente scelta finale. Si tratta di una coproduzione Rai Fiction – Eliseo Multimedia, prodotta da Luca Barbareschi con Marco Bocci, Violante Placido, Bianca Guaccero Fortunato Cerlino e Loretta Goggi. A dirigere è la bravissima Cinzia TH Torrini (Ph. Marco Rossi), un nome e una garanzia assoluta di emozioni. Ne abbiamo parlato proprio con lei.
Cinzia, com’è nata l’idea di “Fino all’ultimo battito”?
“La storia non è stata scritta da me, bensì la mia penna è arrivata in un secondo momento. L’idea è stata di Nicola Salerno e la sceneggiatura è capitanata da Andrea Valagussa. La fiction è prodotta da Luca Barbareschi. Sono stata cercata per portare la mia “mano” in scena, ovvero una visione più calda, emozionale e originale per questa storia”.
Protagonista indiscusso è Diego Mancini. Lei come lo descriverebbe?
“E’ un padre di famiglia e un marito, ma è anche un cardiochirurgo con una personalità importante. E’ infatti piuttosto sicuro di sé e piuttosto intransigente; tuttavia qualcosa nella sua vita lo porterà a cambiare fino al punto di compiere qualcosa contro le regole”.
Si troverà costretto a scegliere tra la sua deontologia professionale e la sua famiglia. Cosa vorrà dire per lui scegliere?
“Esattamente. Si ritroverà a mentire con tutti, si sgretolerà la sua famiglia e si sentirà come risucchiato da un vortice infernale di minacce. Il mare si spargerà e ben presto Diego capirà quanto questo e il potere possano andare ad influenzare la vita dei più piccoli”.
Diego Mancini potremmo definirlo un uomo libero?
“Inizialmente sì, ma poi prenderà la decisione sbagliata e per questa sua scelta sarà ricattato e minacciato costantemente”.
Ancora una volta racconti il dramma, la vivacità, il dolore e la gioia che solo la vita può portare. In che modo?
“Proprio perché l’esistenza è così: si sbaglia, si cresce, si sceglie, si ha speranza, si hanno gioie e dolori. Non ci si può sottrarre da tutto questo, ma si assorbe ogni singolo istante”.
La parola Emozione per “Fino all’ultimo battito” come la collocheresti in questa storia che ci stai raccontando?
“Tutto è permeato dall’emozione, nella finzione di una fiction e nella realtà quotidiana di tutti noi. La rabbia, l’incredulità, la falsità, l’amore, il dramma e molto altro: su Rai1 vedrete tante sfumature emozionali”.
E nella tua?
“Io vivo di emozioni e cerco di restituirle sempre. Essere generosi è fondamentale. Le emozioni possono esserci sia con una risata sia con una lacrima che scende lungo il viso. Vuol dire vivere in prima persona”.
Pensando al titolo della serie tv, possiamo dire finché c’è un battito c’è vita?
“Certamente, sempre. Il battito è la vita stessa, con i suoi momenti sì e i suoi momenti no”.
Cosa speri arrivi di questa fiction al pubblico?
“Sono tanti i messaggi. E’ importante donare perché senza donazione la vita di qualcuno si fermerebbe e non possiamo permetterlo. L’amicizia è sostegno e sostenersi a vicenda. Mai scendere a patti con la criminalità organizzata”.