Cantante, polistrumentista, paroliere e batterista: Francesco Motta (ph. Claudia Pajewski) è un artista a tutto tondo. Nelle sue canzoni parla d’amore, ma anche di politica. E’ partito il 26 giugno dal Goa Boa di Genova il nuovo tour di Motta che torna sul palco per presentare dal vivo il suo nuovo lavoro discografico “Semplice”, pubblicato il 30 aprile da Sugar. Si tratta di un disco che racconta il suo nuovo percorso di crescita personale ed artistica attraverso un processo di semplificazione e di ritorno alle cose semplici. Prodotto dallo stesso Motta nel suo studio romano con la complicità di Taketo Gohara, l’album rispecchia la volontà di avvicinare sound e arrangiamenti alla dimensione live. Ritornerà a quella che è la dimensione essenziale per un artista come lui che è cresciuto, umanamente e professionalmente, sopra i palchi, suonando senza quasi mai fermarsi. Di questo nuovo viaggio estivo, del suo percorso e della sua vocazione musicale abbiamo parlato con lui.

Motta, partiamo proprio dalla tua ultima fatica: “Semplice”. E’ un disco diverso dal solito, un po’ un ritorno alle origini. Perché intitolarlo proprio in questo modo?

“E’ una ricerca che ho fatto per arrivare all’essenziale e tagliare il superfluo. Solitamente il titolo viene scritto sempre dopo il disco, non prima. Quest’ultima “fatica” è stata sicuramente un modo di capirmi di più”.

 Cosa c’è ancora in te di quel giovane pisano pieno di sogni?

“Grazie a questo disco, sono andato a ricercare perché ho scelto questo mestiere. Complice la pandemia che ha investito il mondo, mi sono posto domande che solitamente non mi pongo. Ho scelto la musica, non per gloria, noia o altro, ma perché senza lei non esisterei. La musica non salva la vita, ma a me l’ha salvata. Mi fa stare a tempo con lei”.

Lo scorso anno è uscito anche il tuo libro “Vivere la musica” in cui racconti che cosa significa vivere con l’arte delle note. Quando e come hai compreso che la tua vita sarebbe stata musicale?

“Da bambino ho avuto una lunga influenza, di circa due settimane. Mia madre mi ha sempre detto che ho cominciato a suonare qualsiasi cosa mi passasse tra le mani. Non mi sono mai chiesto se suonare o meno, ho direttamente iniziato”.

«C’è un solo modo per trovare la propria strada nella musica: sbagliare. Poi, sbagliare ancora. Sbagliare di nuovo, sbagliare per sempre. Sbagliare e sfilarci di dosso tutte le nostre convinzioni. Fino ad arrivare al cuore di ciò che stiamo cercando. Fino a trovare noi stessi», questo affermi nel libro. Sei riuscito ad afferrare pienamente te stesso?

“Ancora no ma credo di essere sulla buona strada. Ho fatto molti errori ma, guardando indietro ho imparato da essi, cambiando anche prospettiva. In quest’ultimo disco ho avuto il coraggio di raccontare la luce che avevo, mentre prima ero più affascinato dal tormento”.

Nel 2019 hai partecipato al Festival di Sanremo con “Dov’è l’Italia”, una riflessione intima nata dall’urgenza di raccontare un momento specifico del suo sentire: quello del disorientamento di fronte all’attualità del proprio Paese. Rispetto a prima, oggi è cambiato qualcosa secondo te?

“Assolutamente no, anzi siamo peggiorati. Troppo spesso abbiamo messo in gioco i diritti umani senza salvaguardarli e difenderli sarebbe anche compito della politica che invece chiacchiera solo”.

La tua musica come la definirebbe?

“E’ un mix di cantautorato, psichedelica, rock, leggera”.

Quale fine ha, secondo te, la musica nei confronti della vita?

“Raccontare e fare un processo in più con maggiore responsabilità”.

I tuoi prossimi progetti?

“Continuo a lavorare alle colonne sonore e produrre per altri”.

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Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.