Le emozioni e una forte commozione sono state le protagoniste indiscusse nella cerimonia dei David di Donatello 2021, la festa del cinema italiano che, dopo l’edizione in lockdown dello scorso anno, quest’anno è tornata in presenza, seppur con le dovute regole anti Covid. Erano presenti tutti i candidati anche se in due location, negli storici studi televisivi Fabrizio Frizzi e nel Teatro dell’Opera di Roma con la conduzione del sempre impeccabile Carlo Conti. Ad aprire la premiazione è stata Laura Pausini cantando “Io si”, il brano tratto dal film “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti con Sophia Loren, candidato all’Oscar e premiato agli ultimi Golden Globe come migliore canzone originale. Nel corso della serata è stato omaggiato Ennio Morricone con l’esecuzione delle sue colonne sonore da parte del figlio Andrea e della Sinfonietta di Roma. Il David per la miglior regia è andato a Giorgio Diritti per “Volevo nascondermi” che ha dichiarato: «Grazie alla troupe favolosa e in particolare a Antonio Ligabue senza la quale non avrei potuto raccontare di un uomo ai margini della società per tanti ma uomo con grande volontà di esprimere sè stesso. È come se questo grande artista fosse con noi e gli dedico questo premio». Il film si è aggiudicato 7 riconoscimenti sulle 15 candidature. Il momento sicuramente più toccante è stato quello che ha visto salire sul palco la figlia di Mattia Torre, morto prematuramente, che ha ritirato il riconoscimento per la sceneggiatura originale di “Figli”. «Buonasera a tutti – ha detto Emma – voglio fare i complimenti a mio padre che è riuscito a vincere questo premio anche se non c’è più. Dedico questo premio al mio fratellino Nico che mi fa ammazzare dalle risate e a mia madre che non si arrende mai e ringrazio le ostetriche che fanno nascere i bambini e ai medici che cercano di tenerli qua. Bravo papà», ha detto la piccola. La standing ovation è stata per Sophia Loren – incredula e commossa per la felicità –, premiata a 86 anni per il suo ruolo in “La vita davanti a sé” che ha affermato: «È incredibile pensare che il primo David l’ho preso più di 60 anni fa ma è come se fosse oggi, l’emozione è la stessa e anche di più. La gioia è la stessa e vi ringrazio per questo applauso. Condivido il premio con un giovane attore, Ibrahima, che nel film è stato straordinario. Grazie a Edoardo, la sua sensibilità ha dato anima al film e al mio personaggio. Forse sarà il mio ultimo film ma dopo tanti film ho ancora voglia di fare cinema perché senza cinema non posso vivere». Il premio per la miglior attrice non protagonista è andato a Matilda De Angelis per il suo ruolo in “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”. Il miglior attore protagonista è stato il sempre straordinario Elio Germano per il suo Antonio Ligabue in “Volevo solo nascondermi”, il noto attore l’ha dedicato «a tutti i lavoratori dello spettacolo, a tutti gli artisti, soprattutto a quelli dimenticati». Il miglior regista esordiente è invece Pietro Castellitto con il suo film già premiato a Venezia “I predatori”. Gli occhi sono stati lucidi ed è uscita l’emozione per il ricordo di Gigi Proietti affidato ad un suo allievo e amico Enrico Brignano. I David alla carriera sono stati dati a Sandra Milo e a Diego Abatantuono. «Se lo sapevo venivo -, così Checco Zalone in collegamento ha scherzato alla notizia della vittoria del David come migliore canzone “Immigrato” nel film Tolo Tolo -. La mia famiglia dorme, non gliene frega niente che ho vinto. Mi sono preparato poche parole. La solita cricca di sinistra che premia i soliti, no questo era il foglietto se perdevo. Grazie all’accademia per il riconoscimento meritocratico». Fabrizio Bentivoglio è il vincitore del David come migliore attore non protagonista per la sua interpretazione ne “L’incredibile storia dell’isola delle rose” di Sidney Sibilia e per lo stesso film come migliore attrice non protagonista ha vinto Matilda De Angelis. «A quei film che fanno fatica a uscire e anche agli uomini che fanno fatica a uscire. Ricordiamoci di Ligabue anche quando incontriamo un clochard che disegna una madonnina. Ricordiamoci del valore di ogni uomo e difendiamolo finché possiamo, in ogni modo»: con questa dedica dei produttori si è aggiudicato l’ambita statuetta di miglior film “Volevo nascondermi” di Giorgio Diritti.
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