Mort Rifkin ha male al cuore da quando ha lasciato New York per accompagnare la moglie a San Sebastián. L’occasione, che farà la consorte ladra, è il celebre festival internazionale del cinema. Tra cocktail e proiezioni, il carosello festivaliero accelera la crisi in cui versa la coppia. Fermi a un bivio da troppo tempo, Mort e Sue non si intendono più. Lui, ex professore di cinema, prova a scrivere il romanzo della vita, lei, press agent, si lascia sedurre da un regista francese vanesio convinto di risolvere con l’arte il conflitto israelo-palestinese. A complicare le cose si aggiunge una cardiologa cinefila che cura l’ipocondria di Mort e lo risveglia dal torpore. Menzogne, tradimenti, conquiste, scacchi, la materia perfetta da discutere col proprio psicologo. Il film, che è nelle sale il prossimo 6 maggio per Vision Distribution, mette in scena, nei suoi 92 minuti, un condensato della visione di Allen, raccontando le vicende di Mort Rifkin. In”Rifkin’s Festival”, Woody Allen ha potuto contare su un cast importante; abbiamo fra gli altri Wallace Shawn (‘La storia fantastica’), Louis Garrel (‘Piccole donne’), Gina Gershon (‘Showgirls’), Elena Anaya (‘Wonder Woman’) e Sergi López (‘Il labirinto del fauno’). Il volto più famoso è però quello di Christoph Waltz, che compare nel ruolo della Morte: l’abbiamo visto in ‘Bastardi senza gloria’, ‘Django Unchained’ e ‘Carnage’. Il film è un vero e proprio atto d’amore sconfinato per questa forma di spettacolo, con il suo consueto surreale umorismo, mescolando situazioni al limite dell’assurdo con storie dall’intreccio romantico a tratti amare. Le pesanti polemiche legate alla delicata vicenda di Dylan, sua figlia adottiva, non fermano però Allen che a 85 anni non ha alcuna intenzione di abbandonare. E già guarda al futuro e a un nuovo film: «Ho già pronta una sceneggiatura da realizzare a Parigi, ma la pandemia ha rovinato tutto».