I Borghi: una famiglia normale con qualcosa di speciale. L’inatteso arrivo di Agata, un’infermiera alla ricerca del proprio passato, porta ognuno a fare i conti con i propri segreti. Ha preso il via mercoledì 21 aprile, in prima serata su Canale 5, la nuovissima serie “Buongiorno, mamma!“. La serie tv racconta la storia della famiglia Borghi, la quale improvvisamente si trova a fare i conti con il proprio passato, strizzando l’occhio a family drama statunitensi come “This is us” e “Parenthood”. Oltre a Raoul Bova, Maria Chiara Giannetta e molti altri attori troviamo Niccolò Ferrero, giovane ma molto promettente. Ha mosso i primi passi nella recitazione fin da bambino (studiando al Teatro Ragazzi di Torino) e, successivamente, si è diplomato presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. È stato protagonista del cortometraggio “Campari Red Moon”, inserito nel progetto Campari Lab e presentato in occasione della Mostra del cinema di Venezia nel 2019. Ha debuttato in televisione, in prima serata su Rai 1, nella docu-fiction “Io ricordo, Piazza Fontana nel 2019”. Ne abbiamo parlato con lui.
Niccolò, partiamo dalla tua ultima fatica, ovvero “Buongiorno, mamma!”. Cosa ti ha spinto ad accettare questo progetto?
“Sono stato contattato da Giulio Manfredonia, il regista della serie tv, con il quale avevo già avuto il piacere di collaborare, per il ruolo di Piggi. Non potevo far altro che dire di sì”.
Tu sei Piggi, il fidanzato di Francesca Borghi interpretata da Elena Funari. Come ti sei preparato per questo ruolo?
“Sin dal provino ho cercato di avvicinarmi a lui per abbigliamento: dalle camicie alle scarpe super pulite. Dal punto di vista umano ho preso spunto da diversi amici che sono già riusciti a disegnare il loro futuro, a differenza mia, purtroppo”.
Cosa ci puoi raccontare di Piggi?
“E’ un giovane farmacista profondamente innamorato della sua Francesca. E’ un bravissimo ragazzo, di buon cuore ma che forse dà un po’ troppo per scontato la relazione con la ragazza. I due si sono appoggiati l’una sulle spalle dell’altro proprio quando la madre di Francesca è finita in coma”.
Che tipo di famiglia è la Borghi?
“E’ una famiglia come tante, una famiglia normale che però sta vivendo un dolore immenso, ovvero quello di avere un familiare in coma. In questa fiction cerchiamo di affrontare in maniera piuttosto delicata la difficile tematica dell’eutanasia”.
Tra gli attori che affianchi in questa serie tv, c’è anche Raoul Bova. Che effetto ti ha fatto recitare insieme a lui? Cosa ti ha insegnato?
“E’ stato molto professionale e umile. Mi ha fatto comprendere quanto sia importante riuscire ad instaurare un dialogo relazionale con il regista”.
Tu e la recitazione: quando è scoccata la scintilla?
“Sin da bambino. I miei mi hanno sempre portato al cinema. Tornato a casa, cercavo con qualsiasi oggetto che mi ritrovavo davanti di riprodurre il set. A 17 anni per tre mesi, vincendo una borsa di studio, ho frequentato la UCLA di Los Angeles. Dopo il liceo, ho seguito la mia vocazione e mi sono iscritto al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Da quel momento non mi sono più fermato, tanto da essere seguito da una logopedista per togliere la r moscia”.
Cosa significa per te recitare?
“E’ un gioco serio e un mio bisogno interiore”.
Questo difficile periodo storico come l’hai vissuto e come lo stai vivendo?
“Tra alti e bassi a dire il vero. Il Covid-19 ha interrotto il set, per poi farlo riaprire. Ogni volta che risultavo negativo al tampone, sul set tornavo a vivere”.
I tuoi prossimi progetti?
“E buonanotte” di Massimo Cappelli per il cinema e “Blanca” di Ian Michelini per Rai1″