Bellezza, semplicità e bravura: sono queste le caratteristiche che fanno di Ester Pantano (foto di Alessandro Pensini) una nuova icona del piccolo schermo. L’attrice catanese è nata e cresciuta tra tv e cinema e la stiamo vedendo in “Màkari” – stasera ultima puntata – di Michele Soavi, la fiction di Rai1 con Claudio Gioè prodotta da Rai Fiction e Palomar che s’ispira ai racconti di Gaetano Savatteri ambientati sulle coste del Trapanese, nella frazione di Macari. Lei è Suleima, una giovane donna che, per pagarsi gli studi di Architettura, approfitta dell’estate per dare una mano al ristorante di Marilù. Ne abbiamo parlato con lei.
Ester, innanzitutto cosa ti ha spinto ad accettare questo progetto televisivo?
“La sfida era quella di impersonare una donna contemporanea, fuori dagli schemi, un po’ come me. E’ una ragazza che si guadagna da vivere per pagarsi l’università e per diventare architetta. Non teme una figura accanto a sé più grande di lei e con già un suo vissuto personale. Tra serietà, ironia e gioco, il mio personaggio e quello di Claudio Gioè non cadono nelle relazioni standard”.
Vesti i panni di Suleima, come la descriveresti?
“E’ una ragazza molto lucida, non è confusa; sa da dove viene e cosa potrebbe darle il futuro. E’ pienamente consapevole di chi ha accanto a sé. I due si avvicinano, vogliono stare insieme e forse vogliono più di un flirt estivo”.
Come si rapporta il tuo personaggio a quello di Gioè?
“Il loro è un colpo di fulmine, anche se hanno cercato di conoscersi e di studiarsi. Tra loro c’è molta chimica, alchimia fisica, si nutrono anche di sguardi. Lei, tuttavia, non subisce la fascinazione di lui, vuole andare oltre e indagare su cosa gli sia successo. Perché lui torna nella casa della vacanze in Sicilia?”
Com’è stato lavorare con lui?
“Mi ha fatto capire molte cose: cosa vuol dire portare sulle spalle un ruolo da protagonista, stare sul pezzo e non mollare mai. Mi ha insegnato a capire quale siano le responsabilità per un attore”.
Con Soavi è la prima volta?
“E’ stato un incantesimo sin da subito. Nonostante i momenti di panico per la pandemia e per un positivo sul set, è stato bravissimo a non mollare la presa. Non appena ci siamo incontrati, mi ha detto: ‘Sei del cancro vero? Siamo troppo sensibili per questo mondo'”.
Avete girato questa fiction in Sicilia che di fatto è la tua terra. Com’è stato? Che aria si respirava sul set?
“Non conoscevo il trapanese, è bellissimo, tanti posti che non conoscevo. E’ una cultura diversa ma con un’identità piuttosto forte. Noi Siciliani siamo tanti popoli circondati dal mare. Ho avuto la fortuna di girare nonostante la pandemia ed ero circondata dalla distesa azzurra. Anche il mio fedele cane Zigan era contento di essere venuto sul set con me”.
Cosa significa essere attrice e perché hai scelto questo mestiere?
“Quando si ha la possibilità di scegliere, il sogno può diventare realtà, anche per una giovane ragazza siciliana”.
Come hai vissuto l’anno passato e come stai affrontando questo nuovo anno?
“Mi terrorizza il distanziamento, il sentirmi schivata quando incontro qualcuno per la paura di un possibile contagio, il parlare vicini. Prima c’erano difficoltà nella comunicazione, figuriamoci ora. Mi mancano gli abbracci e l’essere vicini”.
I tuoi prossimi progetti?
“Qualcosa bolle in pentola ma ancora non è ultimata la cottura. Appena lo sarà, ve lo farò sapere”.