Quartetto di Saxofoni Saxofollia
Quartetto di Saxofoni Saxofollia

Quartetto di Saxofoni Saxofollia

Il Quartetto Saxofollia è una delle realtà cameristiche più attive e premiate a livello nazionale. In scena fin dagli Anni ’90, vanta un vero curriculum d’eccezione. In questo periodo di chiusura dei teatri e delle rassegne concertistiche, la formazione soffre il fermo lavorativo ma ha deciso di produrre in una maniera del tutto speciale il suo ultimo progetto musicale Portraits.

Salve ragazzi! Saxofollia è un gruppo storico. Esiste dal 1993. Con questo in uscita siete arrivati al vostro 10° album, tra CD ed EP. Volete raccontarci un po’ di “Portraits”?

Sì, Saxofollia esiste da 27 anni. Fabrizio e Alessandro hanno dato vita a questa formazione quando ancora erano studenti all’interno della classe di saxofono del M° Massimo Ferraguti nel Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma, assieme ad altri 2 compagni di classe e da allora non si sono mai fermati. Il gruppo ha avuto diversi avvicendamenti ma, la formazione attuale, con Marco e Giovanni, è attiva dal 2010.

In questi anni, com’è nella nostra natura, abbiamo creato tantissimi progetti e collaborazioni con altri musicisti che, grazie allo studio di registrazione “Ermes” del nostro Marco, abbiamo inciso 9 album. Alcuni di questi erano solo online che poi però sono confluiti nel nostro doppio “Incontri”.

Portraits, il nostro disco in uscita, è per noi un punto di arrivo importante: la maturazione sia d’insieme che musicale. La nostra caratteristica è quella di spaziare tra diversi generi, dalla musica scritta a quella improvvisata e fonderli in un unico sound che, a detta di alcuni è oramai tipico del nostro quartetto.

Questo disco riassume gli anni di ricerca che abbiamo fatto in questa direzione: il tentativo di far coesistere la natura classica e cameristica del quartetto di saxofoni con l’anima jazz dello strumento.

I ritratti contenuti in Portraits sono omaggi a grandi musicisti che hanno fatto la storia del jazz come John Coltrane, Charles Mingus, Cole Porter e altri. Non mancano un tocco di italianità con “E se domani” di Mina e una sorpresa emiliano-romagnola che non sveliamo…

La situazione attuale ed il periodo che stiamo vivendo vi ha portato a fare una scelta particolare per produrre l’album. Volete parlarcene?

Il disco sarebbe dovuto uscire la scorsa primavera. Purtroppo a causa del blocco delle attività legate al diffondersi della pandemia non siamo riusciti a ultimare i lavori di registrazione, mastering e mixaggio; inoltre, i concerti, che ne avrebbero coperto i costi, sono stati annullati.

Dopo l’estate, quando ci siamo resi conto che la situazione non sarebbe cambiata, abbiamo deciso di lanciare una campagna crowdfunding dal titolo “Make Your Portraits”. In questo modo confidavamo di raccogliere i fondi necessari a noi e all’etichetta Trifonica per poter terminare e stampare il CD.

In questo periodo storico chi lavora nel mondo dell’arte e dello spettacolo vive un momento difficilissimo e, come spesso accade in questo mestiere, per sopravvivere è necessario re-inventarsi. Questa soluzione è una forma di resilienza che nasce proprio dall’emergenza attuale.

La campagna è stata attiva dal 30 novembre del 2020 al 19 gennaio 2021 ed è andata oltre ogni aspettativa: dai 7000 euro chiesti ne abbiamo ricevuti più di 9000. Sapevamo di avere dei fan, ma a pensare che molti di loro avrebbero investito del proprio per aiutarci a raggiungere il nostro obbiettivo è stata una meravigliosa sorpresa: tante persone ci vogliono bene ma soprattutto hanno a cuore la situazione precaria che il mondo della musica live sta vivendo oggi in Italia.

La copertina del disco è molto particolare. Chi l’ha disegnata?

La copertina è un’elaborazione di un’opera originale di Stefano Landini, un amico artista sassolese con un curriculum d’eccezione. Già docente alla “Scuola Internazionale di Comics” di Reggio Emilia, vanta collaborazioni importanti con Marvel, DC comics, Bonelli, Disney o Lucas Film. Il suo ritratto ha colto perfettamente l’idea dell’album disegnando una copertina davvero meravigliosa.

Da sempre fate molta attenzione agli arrangiamenti e questo nuovo disco in uscita immagino non faccia eccezioni. Quali sono i vostri arrangiatori di fiducia? Che rapporto lavorativo avete con loro?

Da sempre diciamo che il quinto componente Saxofollia è il nostro arrangiatore Roberto Sansuini, docente di composizione al Conservatorio di Parma; scrive per noi da tantissimi anni e conosce le caratteristiche musicali di ognuno e come un sarto ci cuce il brano perfettamente addosso così da farlo rendere al massimo.

In Portraits si avvicina allo swing o al latin in una sorta di correlazione alla musica di Bach o Mozart, intrecciando le voci, giocando sui contrappunti, sulle alternanze del solo e del tutti e mescolando le sonorità, arrivando ad ottenere da un lato la delicatezza di un quartetto d’archi e dall’altro l’impeto di una orchestra jazz.

Ad esempio il brano dedicato al saxofonista Lester Young, “Goodbye Pork Pie Hat”, un genere tipico della musica classica come il “tema con variazioni”, viene applicato a questa composizione proveniente dal repertorio jazzistico tradizionale: il risultato che ne consegue è veramente interessante. Lo diciamo da anni: per noi Robby “Bob” Sansuini è un vero genio!

In questa galleria di ritratti, come è nello stile Saxofollia, non manca un omaggio alla canzone italiana. “E se domani”, reso celebre dall’interpretazione di Mina, è stato rivisitato in una versione medium rock da Stefano Nanni, altro arrangiatore con cui collaboriamo fin dai tempi del disco Estate (2015).

Una delle più riconoscibili caratteristiche di Saxofollia è questa unione tra jazz e musica classica. Quali sono, all’interno del vostro gruppo, i reali punti di incontro, o le differenze, tra questi due mondi musicali apparentemente così distanti?

Più che di generi a noi piace parlare di repertori. Il quartetto di saxofoni, ed in particolare il quartetto Saxofollia, ha la capacità di calarsi, con le giuste prassi esecutive, all’interno di repertori molto diversi tra loro.

Dalle trascrizioni di brani tratti dal periodo barocco, a fantasie su arie d’opera, fino ad arrivare ad arrangiamenti di brani provenienti dai songsbooks americani o, più in generale, dal repertorio jazzistico. Ovviamente quando si parla di prassi esecutiva all’interno di ciascun repertorio si intendono la qualità del suono, il fraseggio, la pronuncia e, nel caso del jazz, proprio l’improvvisazione.

Per quanto riguarda Saxofollia, nella sua veste jazzistica, va detto che ognuno di noi è in grado di cambiare la propria impostazione sullo strumento, anche servendosi di differenti setup, per rendere al meglio le caratteristiche peculiari del brano.  L’aspetto dell’improvvisazione è affidato al sax tenore.

Nei brani jazzistici infatti il compositore lascia degli spazi in cui questo strumento è libero di improvvisare su un “tappeto” eseguito dagli altri saxofoni. Su questo background si inserisce il tenore creando, a tutti gli effetti, una improvvisazione che però, a differenza di quanto accade in un gruppo con pianoforte, basso e batteria, manca della componente di interplay tipica del jazz.

Questa componente di scambio musicale è quindi sostituita da quello che potremmo definire “interazione” estemporanea del sax tenore nei confronti di un materiale scritto, suonato dagli altri tre strumenti.

Potete regalarci un’anteprima di quello che state facendo bollire in pentola?

Come già anticipato i soldi della campagna dovevano servire a coprire i costi di produzione del nostro ultimo progetto discografico “Portraits” ma considerato che siamo andati ben oltre l’importo richiesto, abbiamo deciso di fare finalmente un video del nostro cavallo di battaglia: “Vissi d’Arte”.

Questo brano, arrangiato per noi sempre da Roberto, è un omaggio nell’omaggio: una raccolta delle più celebri arie di Puccini dove nel finale si succedono “E Lucevan le Stelle” e “Nessun Dorma” in onore di Luciano Pavarotti, grande tenore delle terre d’origine del quartetto.

Come immaginate la reazione del pubblico dopo l’ascolto del vostro disco?

Noi speriamo intanto che le reazioni siano molteplici augurandoci che siano uguali alle nostre dopo averlo ascoltato una volta ricevuto stampato: divertimento e passione. Ci auguriamo appunto che passino divertimento e passione, sentimenti che ci hanno accompagnato per tutte le sedute della realizzazione: dall’incisione alla post produzione. Tra i sostenitori ci sono molte persone che hanno donato perché consigliate da amici e fan: ci auguriamo che questi, dopo averlo ascoltato diventino parte integrante della comunità Saxofollia.

Cosa chiedereste loro?

Direi che abbiamo già chiesto molto, quindi adesso tocca a noi dare, sotto forma di cultura, a tutti quelli che hanno creduto nel nostro progetto.

Lasciate inoltre un augurio speciale a chi in questi mesi vi è stato accanto e a chi vi ha supportato.

Auguriamo a tutti che questo momento difficile si decida a passare così da permettere di tornare a fruire attivamente dalla rete della cultura. Ringraziamo ogni singolo sostenitore che ha deciso volontariamente di privarsi di un pezzetto della sua economia, in questo momento particolarmente barcollante, per donarlo a noi, dimostrando che Arte e Cultura non sono ancora completamente dimenticate nonostante ricevano attacchi ormai quotidiani.

Anteprime Disco

It’s All Right With Me (Cole Porter) - Saxofollia Saxophone Quartet

Hip Hop from Diffusion (Gordon Goodwin) - Saxofollia Saxophone Quartet

Grazie di Cuore a tutti dai Saxofolli: Alessandro, Fabrizio, Giovanni e Marco

Quartetto Saxofollia

Buon ascolto da Showinair.