L’abbiamo infatti vista in “Rosy Abate 2″, dove interpretava Nina Costello, la giovane figlia di un camorrista di Napoli che si innamora di Leonardo. È giovane, bellissima e piena di talento. Classe 1994 e campana. Maria Vera Ratti ha già dimostrato le sue abilità nella recitazione ma questa volta la ritroviamo in una delle serie tv più attese del 2021 su Rai1, ovvero “Il Commissario Ricciardi“.
La serie tv diretta da Alessandro D’Alatri è ambientata nella Napoli degli anni ’30 ed è tratta dai gialli di Maurizio de Giovanni. Racconta, in sei puntate, la vita e le indagini svolte da Luigi Alfredo Ricciardi, tenebroso commissario della Regia Questura. Con Maria Vera abbiamo parlato proprio di questa ultima fatica, dei suoi inizi, del difficile periodo storico che stiamo vivendo e non solo.
Maria Vera, innanzitutto perché dire sì a “Il Commissario Ricciardi”?
“Ho iniziato questo mestiere da soli 3 anni e onestamente non sono ancora nelle condizioni di rifiutare. “Il Commissario Ricciardi” però non avrei mai potuto rifiutarlo. Ho passato sei mesi di attesa tra provini e conferme. La squadra è stata eccezionale, il regista ci ha messo il cuore, esattamente come il direttore della fotografia. La cura del dettaglio è stata quasi maniacale”.
La fiction è ambientata negli anni ’30. Che idea ti sei fatta di quegli anni?
“Mi hanno aiutato molto la scenografia e i personaggi che venivano portati in scena. Nella Napoli di oggi riecheggia quell’epoca nei vicoli. In quegli anni la solidarietà e il senso della comunità erano alla base della quotidianità. Emergeva la vita di quartiere e il crescere insieme”.
Cosa ha significato recitare in un’epoca così lontana dalla nostra?
“Inizialmente temevo fosse difficile immergersi in un tempo così lontano da me. Poi, facendo una ricerca e capendo al meglio il mio personaggio, sono riuscita ad essere assorbita da quell’epoca. I vestiti erano molto semplici e molto inusuali rispetto ad oggi, il napoletano parlato era una lingua antica”.
Ci racconti un po’ del tuo personaggio?
“Sono Enrica, una giovane donna di 24 anni un po’ sgraziata, goffa ma con un’eleganza innata. E’ riservata, timida, riflessiva e con poca esperienza del mondo. Non ha mai avuto un fidanzato, vive con i genitori. Ha gli occhiali ed è molto alta. E’ dolce e generosa, ma quando si confronta con l’altro tende ad irrigidirsi proprio perché non ha mai conosciuto altri universi se non il proprio”.
Cosa rappresenta l’amore per lei?
“Si innamora del commissario Ricciardi che di fatto è il suo vicino di casa, ma questa emozione non l’aveva calcolata. Non si sono mai parlati. Per lei l’amore è qualcosa di particolarmente alto, da difendere e curare”.
Cosa ha voluto dire per te essere diretta da Alessandro D’Alatri?
“Ha una cultura molto profonda. Ha una visione molto chiara delle situazioni, ma si lascia sorprendere dai suoi attori. Ha un’intelligenza umana fuori dal comune. Sa quello che vuole, sa come portarti alla meta che si prefigge e ti guida benissimo. Va a fondo delle cose”.
Sei giovanissima: perché fare l’attrice?
“Ho deciso tutto a 22 anni. Ho sempre cercato un mestiere che mi appassionasse e che mi prendesse testa e cuore. Al liceo ero confusa. Mi sono così iscritta a scienze politiche in Olanda mettendo in piedi con pochi ragazzi un nostro spettacolo che ha avuto un discreto successo. Mi sono poi laureata ma sentivo che il percorso intrapreso non era la mia ragione di vita. Ho frequentato un corso di teatro a san Miniato in Toscana e lì ho capito che recitare sarebbe stata la mia vita. Dopo un breve periodo a Berlino, ho partecipato al bando per entrare al Centro Sperimentale e, da quel momento, non mi sono più fermata”.
Cosa significa per te essere attrice?
“E’ la mia vita, è l’unico modo per dire la verità. Questo mestiere celebra la vita e l’essere umano andando a raccontare le scelte dei vari personaggi e difendendole”.
Sei indubbiamente una bellissima ragazza, ma quale valore dai alla bellezza?
“Fine a se stessa non ha senso di esistere. Quella vera è la bellezza in divenire, attraverso il fascino e il magnetismo che una persona ha, indipendentemente dalla propria fisicità”.
Questo è uno dei periodi più difficili della storia. Come l’ha vissuto e come lo stai vivendo?
“A marzo era un po’ preoccupata. Mi trovavo sul set che è stato interrotto e sono dovuta tornare a casa di corsa. Il lockdown credo che ci abbia fatto comprendere che niente deve essere dato per scontato. Mi sono fatta tante domande. Pian piano mi sono aggrappata alla positività, agli affetti, alla famiglia”.
I tuoi prossimi progetti?
“Mi vedrete nella terza stagione de ‘I Bastardi di Pizzofalcone'”.