La prima apparizione del personaggio Lupin III avvenne sulla rivista “Je Sais Tout”, poi con l’arrivo di una differente versione, quella dei manga di Monkey Punch, è stata tratta una versione animata, in seguito sono stati poi realizzati serie tv e film. Il personaggio che ideò Leblanc, ispirato a un anarchico francese, Marius Jacob, geniale ladro, rivive in un’altra incarnazione che ha il volto di Omar Sy, l’attore francese divenuto famoso per il film “Quasi amici”, diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano. Lupin, la nuova serie ispirata alle avventure di Lupin, approda sulla piattaforma Netflix l’8 gennaio. La storia ci porta nella vita di Assane Diop, che da adolescente è stato sconvolto dalla morte del padre, dopo essere stato accusato di un crimine che non aveva commesso. Dopo 25 anni, Assane userà “Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo” come ispirazione per vendicarsi. I primi 5 episodi rilasciati formano una trama unica, che unisce il passato del protagonista alla sua lotta personale contro un imprenditore corrotto. Tutto parte dalla vendita, all’interno del Louvre, di una costosissima collana: un elaborato furto presenta il protagonista, ma dietro al colpo c’è una complicata storia di redenzione e vendetta. Il proprietario della collana era infatti il datore di lavoro del papa del nostro Assane, morto suicida in carcere per un furto non commesso. Inizia così una vicenda che porterà dritta fino ad un finale della mid-season sorprendente. LUPIN gode di una leggerezza mai banale, è intelligente nei suoi molteplici sviluppi e costruisce un’impalcatura narrativa accattivante: può poi contare sulla presenza scenica del protagonista principale Sy, che pur se in comune con il primo Lupin ha solo il carisma, sa costruire bene il suo personaggio con disinvoltura e credibilità, peraltro senza far pagare lo scotto dell’attualizzazione, operazione sempre pericolosissima.