Adattamento cinematografico dell’omonimo spettacolo del 1984 di August Wilson, “Ma Rainey’s Black Bottom” è ambientato verso la fine dei ruggenti Anni ’20. L’azione si svolge all’interno di uno studio di registrazione dove la “madre del blues”, la cantante Ma Rainey (Viola Davis), è attesa per incidere alcune tracce del nuovo disco. In particolare, la sessione di registrazione verte sul brano che dà il titolo al film, un pezzo che la donna è intenzionata a rendere immortale alle sue regole. Per prima cosa si rifiuta di usare l’arrangiamento di Levee (Boseman), insolente e giovane trombettista che mette a dura prova i nervi degli altri componenti della band (Colman Domingo, Glynn Turman e Michael Potts). Poi, insiste con manager e produttori per avere il nipote (Dusan Brown) a recitare la intro del brano, sebbene il ragazzo sia balbuziente e questo significhi gettare ore di lavoro prima di raggiungere il risultato. La Davis appare irriconoscibile ma bravissima: riesce infatti a trasmettere sia la risolutezza sia la sensibilità dell’iconica performer. La cantante è infatti interiormente disubbidiente all’idea di permettere a uomini bianchi di lucrare sulla sua voce, ma sa anche che è in quest’ultima che risiede la sua rivalsa. La vocalità eccezionale l’ha condotta dalla posizione vulnerabile in cui è nata a quella di potere in cui si trova. Ora può far valere la propria volontà, che si tratti di capricci da diva o prese di posizione artistiche e professionali. Boseman è invece Levee con i suoi modi appariscenti, un’autentica mina vagante; si lascia andare a soliloqui ora pieni di entusiasmo ora di rabbia, rivelano come in lui l’ambizione si accompagni all’inquietudine. Accecato da un dolore che viene da lontano (il tentativo, nell’infanzia, di difendere la madre da una banda di stupratori bianchi), si renderà protagonista, verso la fine, di una tragediadalla spericolata (e un po’ artificiosa) imprevedibilità. Il film cerca di esplorare il difficile rapporto tra bianchi e neri, mostra l’autodeterminazione degli afroamericani. Tra le tematiche affrontate troviamo la storia della gente di colore, l’uguaglianza degli uomini davanti a Dio e il potere salvifico della musica. Nel movie il regista ha tentato di dare una sorta di risarcimento per l’odio che da entrambe le parti c’è stato. “Ma Rainey’s Black Bottom” dal 18 dicembre su Netflix.