In queste settimane abbiamo visto “Vite in fuga” di Luca Ribuoli su Rai 1, il family thriller italiano, ovvero una serie che unisce il sapore della saga familiare al genere thriller. Ha al centro un nucleo familiare, messo di fronte ad una situazione totalmente fuori dall’ordinario. Claudio e Silvia Caruana sono due coniugi, genitori di Alessio e Ilaria. Claudio è un dirigente del Banco San Mauro e viene coinvolto in uno scandalo. Peraltro, è l’unico sospettato della morte di Riccardo, suo amico e collega. La vita della famiglia Caruana, dunque, è totalmente stravolta. Comincia infatti un vero tormento di minacce e intimidazioni, nonostante Claudio sostenga la sua innocenza. Oltre a Claudio Gioè ed Anna Valle, troviamo anche un bravissimo Flavio Furno. Stiamo parlando dell’attore napoletano noto al grande pubblico per serie tv come “1992″, “1993”, “Tutto può succedere”, “La vita promessa” e “Rocco Schiavone 2″. Nella fiction Rai interpreta il ruolo di Udo Mayer. Ne abbiamo parlato proprio con lui.
Flavio, partiamo proprio da quest’ultima tua fatica. Quali sono stati i motivi che ti hanno portato a dire sì a questa fiction?
“Innanzitutto per Luca Ribuoli. Posso dirti che in questo mestiere non sempre si riescono ad instaurare rapporti umani profondi, ma con Luca è accaduto e ne vado fiero. C’è una stima reciproca e una grande amicizia. Non potevo dire assolutamente di no. Inoltre il mio personaggio ha rappresentato una vera e propria sfida per me”.
Non è la prima volta che sei diretto da Luca Ribuoli. Com’è stato ritrovarlo?
“Bellissimo. Dal punto di vista umano, lui è una certezza perché aiuta e protegge i suoi attori, oltre che farne emergere il meglio. In questi anni siamo cresciuti entrambi e ci siamo rinnovati ritrovandoci sempre con lo stesso affetto”.
In questa serie tv vesti i panni di Udo Mayer. Com’è stata la preparazione per impersonarlo?
“Ho fatto riferimento al film “A Beautiful Mind” per capire cosa ci potesse essere dietro alla patologia del mio personaggio. Ho parlato moltissimo con il regista. Per la prima volta non mi sono concentrato sulla tenerezza, ma ho cercato di intercettare la ragione emotiva per cui lui è così. E’ un malato che di fatto pensa di non esserlo”.
Come lo descriveresti?
“E’ geniale, seppur affetto dalla una grave patologia. Ha un disturbo psicotico molto evidente”.
Avete girato in Trentino Alto Adige. Quale aria si respirava sul set?
“C’era molto freddo e non nascondo diversi momenti di panico per le continue nevicate. Quando non giravo ho fatto molte passeggiate. Ho conosciuto finalmente Claudio Gioè ed è stata una piacevolissima scoperta. Anna è stata ancora una volta molto piacevole e professionale e mi sono affezionato moltissimo a Tobia”.
Stiamo vivendo uno dei periodi più difficili. Tu come ti rapporti a questo periodo storico?
“Il primo lockdown è stato molto difficile per me ma è stato fondamentale per farmi vivere al meglio il secondo. Mi sono messo molto in discussione e questa chiusura mi ha portato a capire quali fossero davvero le priorità della mia vita. Mi sorge spontaneo chiedere: ma se non ci fossero stati i film e le serie tv come avremmo fatto a sopravvivere? Fortunatamente la solidarietà dei professionisti del mio settore con un dialogo con i referenti politici ha fatto sì che i set non si interrompessero. La televisione ci ha permesso anche di evadere dalla tragedia che purtroppo ci stava investendo. In questo modo, abbiamo tentato di salvare la nostra anima”.
#andràtuttobene?
“Sì, assolutamente. Sono spaventato dalla ripresa economica, ma finirà bene. Ho fiducia nell’essere umano”.
Sei un attore sempre più apprezzato, in quanto ti abbiamo visto in fiction di successo ma la tua Napoli – tua città natale – quando la porti con te?
“Sempre. E’ una città piena di energie, come poche. Io sono napoletano e desidererei lavorare nella mia città”.
I tuoi prossimi progetti?
“Mi vedrete nel tv movie “Carosello Carosone” e nella nuova stagione di ‘Un passo dal cielo'”.