Guardare al passato per raccontare il presente, con le menzogne, le ipocrisie e la noia in cui era imbevuta la vecchia borghesia. E’ la trama de “Gli indifferenti”, nella nuova versione cinematografica (in onda su Sky dal 24 novembre) del romanzo d’esordio di Alberto Moravia firmata da Leonardo Guerra Serragnoli, con Valeria Bruni Tedeschi, Edoardo Pesce e Vincenzo Crea. Oltre a loro troviamo anche una giovane ma promettente Beatrice Grannò (foto di Camila Cattabrigia) che interpreta Carla. Ha 27 anni, occhi grandi color mare ed è di una bellezza solare. E’ una delle attrici di casa nostra tra le più interessanti del momento con una vita vissuta un po’ nella Capitale, in Toscana e a Londra e con interessi artistici a tutto tondo. Abbiamo parlato con lei della sua ultima fatica, ora su Sky, e non solo.

Beatrice, sei tra i protagonisti de “Gli indifferenti”. Innanzitutto come ti sei rapportata a uno di quei romanzi che hanno formato la nostra letteratura?

“E’ un romanzo che mi è stato proposto al liceo ma ammetto, con il senno di poi, di non averne colto la bellezza in quegli anni. In seguito poi ai provini che avrei dovuto sostenere per il film, l’ho ripreso in mano e mi sono resa conto della grandezza di questo scrittore, della sua sensibilità verso il mondo femminile”.

Per quali motivi hai detto sì a questo film?

“Era un’occasione enorme che non potevo perdermi di perdere. Il mio personaggio aveva tante sfaccettature ed era portatore di salvezza, andando a scardinare gli equilibri effimeri su cui poggiava la famiglia. Ho subito detto di sì. Il cast era eccezionale”.

Tu interpreti Carla. Come la descriveresti?

“E’ una donna moderna, molto forte, che si fa carico dei problemi della famiglia. Inizialmente sembra infantile, ferma e indifferente. Crescendo cambia e diventa adulta a tutti gli effetti. E’ responsabile, prende coscienza della tossicità dei suoi familiari e reagisce. Rispetto al romanzo di Moravia ha un’evoluzione”.

In cosa consiste, secondo te, l’attualità di questa storia?

“L’apatia è la protagonista del romanzo e del film, ma anche della nostra vita. La nostra è una generazione che ha cercato di costruire cose belle che però aveva paura di perdere, motivo per cui rischia di stare ferma, immobile e di non andare avanti. Non dobbiamo essere indifferenti verso gli altri e verso noi stessi”.

A cosa, oggi, non dovremmo essere indifferenti?

“Qualche giorno fa è stata la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Dobbiamo imparare a dire BASTA, a dire NO. Se ne parla molto, ma ancora non abbastanza, purtroppo”.

Ti abbiamo visto recentemente nel ruolo di Carolina, la figlia di Andrea Fanti, il medico interpretato da Luca Argentero in “Doc – Nelle tue mani”. La tua Carolina che tipo di ragazza è?

“Adoro il mio personaggio. In questa prima stagione non abbiamo visto di lei, ma nella seconda stagione si scoprirà qualcosa in più. Si sente coinvolta per la morte del fratello, anche se era solo una bambina. E’ forte, indipendente, determinata e libera”.

Parliamo di una fiction campione d’incassi. Perché secondo te?

“Per l’ottimo lavoro dei registi che hanno saputo dare una visione fresca di questa storia. Per il periodo che stiamo vivendo in cui i medici sono i nostri angeli custodi . Per un ottimo cast”.

Questo è sicuramente uno dei periodi più difficili della storia, tu come lo stai vivendo?

“Mi sono adeguata a quanto è accaduto. Comprendo la situazione ma ne soffro anche perché mi addolora la chiusura di cinema e teatri. La mia vita è uguale a prima ma con un pensiero in più: adesso ho più tempo per pensare, cosa che prima non avevo. Ora posso studiare con più tranquillità e dedicarmi ai miei personaggi e alla mia musica”.

Sei stata anche tra i protagonisti di “Tornare“, di Cristina Comencini, un film che affronta la delicata tematica del ricordo, della rimozione. Cosa rappresenta per te il ricordo e cosa non vorresti mai dimenticare?

“E’ qualcosa che non c’è più ma che vive dentro di te. E’ qualcosa che appartiene al passato ma che fa parte di me e che quindi continua ad accompagnare il mio presente. Spero di non dimenticare mai la sensazione di camminare in una città e di sentirmi leggera. Ecco, questa emozione non la voglio lasciare andare via, anche se i pesi aumenteranno con l’avanzare degli anni”.

Hai sempre voluto svolgere questo mestiere?

“Ho sempre avuto la passione per la performance: ho studiato canto, musica, danza. La recitazione è arrivata dopo e credo che unisca tutte queste cose”.

Cosa significa essere attrice per te?

“Il privilegio di essere un tramite di una storia, di poter dare vita a spicchi di realtà che altrimenti non potrebbero essere vissuti, di veicolare emozioni, di aprire un sipario su qualcosa di completamente nuovo”.

I tuoi prossimi progetti?

“Il film “Security” di Peter Chelsom, il film “Mi chiedo quando ti mancherò” di Francesco Fei e “Zero” di Netflix”.

 

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Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.