“Vite in fuga”, la nuova fiction di Rai1 diretta da Luca Ribuoli

Claudio Caruana è un dirigente di banca presso il Banco San Mauro di Roma. Sembra avere tutto ciò di cui ha bisogno. È sposato con la moglie Silvia e ha due figli adolescenti, Alessio e Ilaria. A un certo punto della sua vita si ritrova dentro uno scandalo finanziario che coinvolge la sua banca. La gravità del fatto porta al suicidio alcuni suoi clienti e la situazione diventa ingestibile nel momento in cui il collega di Riccardo viene ucciso. Le cose si complicano per il dirigente quando inizia ad essere sospettato di omicidio dalla polizia. Claudio si ritrova a doversi difendere da accuse ingiuste e non gli resta che fuggire da Roma per poter indagare sulla verità e trovare chi sta cercando di incastralo. Quella che viene raccontata in “Vite in fuga” è una nuova potente ibridazione tra thriller e family con due attori amatissimi, ovvero Claudio Gioè e Anna Valle. Il crollo di una banca, un dirigente al centro dei sospetti per la morte di un collega, le minacce alla famiglia, la necessità di nascondersi dietro una nuova identità e la scoperta di non conoscere fino in fondo chi ci è vicino. Emerge quindi la faticosa ricerca di una normalità e di una ritrovata unità. La regia è di Luca Ribuoli che ancora una volta terrà incollati gli spettatori del piccolo schermo su Rai1.

Ci racconti un po’ che tipo di famiglia che si troverà davanti lo spettatore? Claudio e Silvia Caruana chi sono?
“I Caruana sono una famiglia moderna e quindi ricca di sfaccettature e contraddizioni. Claudio e Silvia vivono nel perbenismo, sono vittime del conformismo senza esserne consapevoli. I figli come spesso accade, sono impegnati, semplicemente impegnati a fare qualcosa in seno al proprio talento, ma infondo vivono in una precarietà emotiva”.

A vestire i panni dei protagonisti troviamo Claudio Gioè e Anna Valle: perché proprio loro?
“Avevo già lavorato con entrambi. Anna è stata la prima ad entrare nel progetto. Silvia Caruana è la moglie di un importante dirigente di un istituto bancario. E’ innamorata del marito, ha sacrificato la carriera per lui. La gabbia dorata in cui vivono però, ad un certo punto, si sgretola. Silvia incomincia a vivere nel dubbio che suo marito non sia più la persona che conosceva, che amava. Si sacrifica, combatte, reagisce, non si accontenta, vuole la verità. Anna Valle è un attrice intensa ed elegante che sa sporcarsi, si mette in gioco fino in fondo. Come tutti i bravi attori accetta di calarsi completamente accettando tutte le differenze e le debolezze che il personaggio incontra. Anna in questa storia è la parte calda, è l’empatia, la chiave di accesso. Ho pensato a Claudio Gioè per il marito di Anna (spiazzando un po’ quelle che erano le idee dei produttori e della Rai) perché formavo una coppia inedita. Poi Claudio è un leader che ha il carattere e l’autorità necessaria. Ma soprattutto sapevo che era in grado di dare al personaggio uno spessore di ambiguità, di inaffidabilità, portando il pubblico a chiedersi ‘mi fido di lui?'”.

Sembra quasi che la fuga – come si evince dal titolo – sia l’unica via d’uscita per i componenti di questa famiglia, è così? da chi e da cosa fuggono?
“La fuga è una condizione in cui ci si rifugia spesso quando non si trova la forza o le capacità per reagire. Diciamo che per i Caruana le cose si fanno talmente serie e misteriose che non li possiamo biasimare se decidono di uscire dalla propria vita. Claudio Caruana è accusato di vari reati civili e penali a causa della bancarotta di un istituto di credito in cui lui è uno dei consiglieri di amministrazione. Poi c’è qualcuno che minaccia lui e la sua famiglia di morte”.

Questa è sicuramente una fiction che parla del riscatto di una famiglia, ma pensi che tutti abbiano diritto a una seconda possibilità?
“Di una seconda, di una terza, anche di una quarta possibilità e così via. Dobbiamo sbagliare, non sbagliare più”.

Cosa significa essere un regista ai tempi di una pandemia globale? Come stai vivendo questa difficile situazione?
“E’ tutto molto complicato. Vite in fuga è un progetto pre-pandemia. La serie che invece ho appena finito di girare non ha avuto la fortuna di “vite in fuga” anche se non ha registrato neanche un caso di Covid. Nel mio lavoro le responsabilità sono già tante. Vivere con il peso che una mia infezione avrebbe potuto fermare il lavoro di tanti non mi ha mai lasciato tranquillo. Ogni test era un parto”.

#andràtuttobene?
“Certo. Siamo fatti per fare passi avanti”.

Hai sempre voluto svolgere questo mestiere?
“No. L’ho scoperto tardi, a 26 anni, ma da quel momento l’ho desiderato in fretta”.

I tuoi prossimi progetti?
“Sto lavorando alla post produzione di una serie Sky, un biopic su Francesco Totti e sono in preparazione dell’adattamento italiano di una famosa serie americana “this is us”. Fammi un grande in bocca lupo”.