Madame Rosa è un’anziana ebrea ed ex prostituta che, per sopravvivere negli ultimi anni della sua vita, ospita nel suo piccolo appartamento una sorta di asilo per bambini in difficoltà. Riluttante, accetta di prendersi carico di un turbolento dodicenne di strada di origini senegalesi, di nome Momò. I due sono diversi in tutto: età, etnia e religione. Per questo all’inizio la loro relazione è molto conflittuale, ma ben presto si trasformerà in un’inaspettata e profonda amicizia, quando, nonostante tutto, si renderanno conto di essere anime affini, legate da un destino comune che cambierà le loro vite per sempre. Edoardo Ponti e Ugo Chiti si ispirano al celebre romanzo di Emile Ajar “La vita davanti a sé” (il film ha il medesimo titolo), già trasposto sul grande schermo nel ’77 da Moshé Mizrahi con Simone Signoret nei panni di Madame Rosà. Quello è stato un film che arrivò a vincere l’Oscar come Miglior film straniero nel ’78. In questo adattamento la protagonista è una magnifica Sophia Loren, madre del regista-cosceneggiatore, molto lontana dalla Signoret, anche fisicamente: una over-80 dritta come un fuso con l’espressione indomita che l’attrice ha sempre avuto e la sua classica mano sul fianco in atteggiamento di simpatica sfida. La Loren mette però a servizio del suo ruolo anche i cedimenti fisici del passaggio del tempo e la dolcezza dietro la spavalderia. In questo ritratto di una donna che ha conosciuto il campo di concentramento e una vita di stenti ma non ha perso l’empatia verso il prossimo c’è la napoletanità generosa di un’attrice di classe che non ha mai dimenticato le sue origini popolari e la carità per chi è meno fortunato. Accanto a lei, c’è un cast di spessore che comprende Renato Carpentieri, Babak Karimi e Massimiliano Rossi, oltre ad alcune gradite new entry come Abril Zamora e il piccolo Josif Diego Pirvu. Quella che viene raccontata – dal 13 novembre in streming – è una storia di sopraffazione e riscatto con la presenza carismatica di Ibrahima Gueye al suo debutto sullo schermo nei panni di panni di Momò: una presenza intensa e dignitosa, in grado di tenere testa ad un mostro sacro come la Loren.