Il 30 ottobre arriverà la terza stagione di “Suburra – La serie”; si tratta dell’atteso atto finale del crime thriller italiano originale Netflix che, prodotto da Cattleya – parte di ITV Studios – e Bartlebyfilm, sarà disponibile in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. La profana trinità – Chiesa, Stato, Crimine – torna sulla piattaforma per l’epico atto conclusivo di “Suburra – la serie”, concepita sin dal principio per raccontare i tre diversi mondi nell’arco di tre stagioni. Tornano i protagonisti delle prime due stagioni: Aureliano (Alessandro Borghi), Spadino (Giacomo Ferrara), Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro), Samurai (Francesco Acquaroli), Manfredi Anacleti (Adamo Dionisi), Sara Monaschi (Claudia Gerini), Adelaide Anacleti (Paola Sotgiu), Angelica (Carlotta Antonelli), Nadia (Federica Sabatini), Alice Cinaglia (Rosa Diletta Rossi), Cardinale Fiorenzo Nascari (Alberto Cracco) e Adriano (Jacopo Venturiero). Si assisterà alla resa dei conti: il mondo “di sopra” e quello “di sotto” dovranno venire a patti per spartirsi il più grande affare del nuovo millennio: il Giubileo. “Suburra 3” sarà composta da soli 6 episodi e promette “una conclusione sorprendente”, anche rispetto al film. Il rapporto tra Alessandro Borghi (Aureliano) e Giacomo Ferrara (Spadino) si rafforzerà ancora di più in una Roma che “non si governa con le carte e nemmeno con le pistole, ma con il potere”. Anche le protagoniste femminili avranno un ruolo determinante: Carlotta Antonelli (Angelica) e Federica Sabatini (Nadia) saranno infatti l’ago della bilancia del rapporto tra i due. Sarà un addio alla serie tv e si per ogni attore quella di “Suburra” è stata una vera e propria famiglia, per quasi di 3 mesi in oltre 60 location tra Roma centro e periferie. «Dal film a “Suburra 3” sono cambiate molte cose in quattro anni, ed è bella la consapevolezza di aver fatto molta strada in pochi anni – ha affermato Alessandro Borghi -. Per quanto riguarda quello che sta accadendo, non vedevamo l’ora di lavorare, senza sapere quando saremmo usciti al cinema. È ovvio che le sale come i teatri li voglio aperti, ma capisco la situazione di emergenza, se qualcuno ha deciso. Io faccio l’attore e vorrei il cinema aperto ma in questo momento ci sono altre categorie in estrema difficoltà, persone che hanno bisogno delle attenzioni del governo, anche la cultura e lo spettacolo sicuramente, dobbiamo lottare per tutti insieme, non solo per le nostre singole cose. Ovviamente ci auguriamo di uscire presto da questa situazione drammatica per tutti».