Avevamo lasciato i protagonisti della serie “L’Allieva“,  Claudio Conforti e Alice Allevi finalmente insieme. Sono tante le novità per quest’ultima stagione, a cominciare da uno dei personaggi più amati della serie, ovvero l’agente Visone che è interpretato nuovamente dal bravissimo Fabrizio Coniglio. Proprio con lui abbiamo parlato di cosa ci dobbiamo aspettare, di teatro e del difficile periodo che stiamo vivendo.

Fabrizio, ti stiamo vedendo nella terza stagione de “L’allieva”. Innanzitutto perché dire sì nuovamente?

“E’ stata quasi una scelta d’obbligo, c’erano cioè tutti i presupposti affinché io non dicessi di no. Il mio personaggio sarà sempre marginale ma in questa stagione gli verrà riservato più spazio”.

C’era e c’è ancora molta attesa perché?

“Me lo sono chiesto anch’io. Gli ingredienti di questa serie tv sono ottimi: c’è la leggerezza che molte altre fiction non hanno (e oggi le persone ne hanno bisogno), c’è l’amore tra i protagonisti, il giallo, l’amicizia, il rapporto con la nonna e anche il rapporto con la morte e quindi anche il valore della vita”.

Come ritroviamo l’amatissimo agente Visone?

“Avrà sempre l’affetto platonico nei confronti di Alice. Non sarà più presente Calligaris ma ci sarà un nuovo vice questore impersonato da Chiara Mastalli; il loro sarà un rapporto non tanto semplice ma nel corso del tempo si capiranno vicendevolmente. Visone continuerà a confrontarsi con Conforti e Alice. In questa terza stagione, sulla scena del crimine si dovrà confrontare anche con gli specializzandi che accompagneranno sempre la protagonista”.

Sei anche a teatro con lo spettacolo all’insegna dell’allegria e dell’ironia con Stefano Masciarelli e “Stavamo meglio quando stavamo peggio?”. Com’è stato tornare sul palcoscenico?

“E’ stata una gioia immensa, nonostante la situazione non sia risolta. Prima avevamo paura che finisse tutto, ora ci chiediamo cosa avverrà domani. Oggi gli spettatori vengono distanziati e con la mascherina, in numero nettamente più limitato rispetto a prima, ma è una vera gioia poterli vedere. Le persone hanno voglia di distrarsi e di continuare a cibarsi di cultura”.

Siamo reduci da un periodo tra i più difficili della storia. Tu come hai passato il lockdown?

“Inizialmente non bene: sono torinese, la mia famiglia vive lì. Sono stato bloccato a Roma. Sono poi riuscito a trovare il mio equilibrio andando a correre, scrivendo e leggendo molto i commenti che mi arrivavano dai ragazzi più giovani, motivo per cui cercherò di portare in scena lo spettacolo “Tutti a casa mia”, riunendo tutte le loro voci. Non possiamo certamente dimenticare quello che ci è accaduto perché tutti siamo cambiati”.

#andràtuttobene, secondo te?

“Direi proprio di sì, ce la faremo. Abbiamo un nemico da sconfiggere e dobbiamo difenderci come meglio possiamo, vivendo”.

E dello spettacolo cosa ci dici?

“La situazione è piuttosto complessa. I set televisivi sono riusciti a ripartire seppur con tutte le precauzioni del caso, ma per il teatro è diverso. Su questo, lo Stato se ne è dimenticato completamente e sono tante le famiglie che vivono grazie a lui. Dovremmo imparare pian piano a convivere con il Covid – 19”.