Lo stiamo vedendo in queste settimane su Rai1 nella seconda stagione di “Nero a metà“, partita dal 10 settembre dalla co-produzione di Rai Fiction e Cattleya in collaborazione con Netflix. Ad affiancare Claudio Amendola, troviamo un intenso Miguel Gobbo Diaz. Si tratta di un giovane molto bravo, trasferitosi in Italia all’età di tre anni. Qui frequenta le scuole che gli permetteranno di avvicinarsi sempre di più al mondo della recitazione.  Miguel studierà infatti al Centro Sperimentale di Cinematografia in modo da assicurarsi i primi piccoli ruoli in film come “La grande rabbia” o in teatro con “Pene d’amore perdute”, “Il Gabbiano” e “Cinemando”. Ora siamo giunti all’ultima puntata di “Nero a metà 2”. Ne abbiamo parlato proprio con Miguel.

Miguel, la seconda stagione è quasi conclusa. Possiamo fare un bilancio?

“Direi assolutamente positivo. E’ stata una serie tv molto seguita e di questo ne siamo tutti felici. E’ stata una fiction diversa dalle altre ed è stata premiata”.

Cosa ti ha lasciato il personaggio di Malik Soprani?

“Mi ha lasciato molto e non me lo dimenticherò, sia umanamente sia  lavorativamente.  Il mio è un percorso in crescita e sono stato felicissimo di lavorare in tv sul prima canale: è un bel punto per iniziare e ora spero di poter continuare”.

Tu come lo descriveresti?

“E’ sempre alla ricerca della verità. Cerca sempre di stare dalla parte dei più deboli dando loro protezione; si prende cura di chi sta in difficoltà. E’ anche un ragazzo concreto e pratico. Sta crescendo e pian piano si sta prendendo gli spazi che merita. E’ profondamente umano”.

Malik è il primo ispettore nero della televisione italiana, come ti senti ad aver dato anima e corpo a un personaggio che non ha precedenti?

“Malik è il primo italiano di seconda generazione che sceglie la carriera del poliziotto: una scelta non così comune per un ragazzo che arriva dall’Africa e che ha apparentemente a disposizione meno possibilità rispetto agli altri. E’ un messaggio molto importante da dare a chi segue la fiction. E’ la prima volta che mi capita e ne vado fiero”.

Arrivi in Italia dalla Repubblica Dominicana quando hai 3 anni. Posso chiederti come mai la scelta di venire in questo Paese?

“E’ molto semplice: mia madre e il mio padre si sono conosciuti a Santo Domingo, si sono frequentati e poi hanno deciso di trasferirsi in Italia, più precisamente nel paese natale di papà”.

Cosa significa per te essere attore?

“Avere una grande responsabilità per l’immagine che do e per i messaggi che vorrei trasmettere. Cerco di offrire empatia ed emozioni. Questo mestiere è un’arte vera e propria”.

Ci sono analogie, secondo te, tra Italia e Repubblica Dominicana?

“Santo Domingo è un Paese latino, caliente, di musica ed arte; è un Paese povero ma con il sorriso. Quando penso a quest’ultimo penso al Sud Italia, all’essere uniti, al senso di famiglia, all’aiutarci l’un l’altro”.

Negli Stati Uniti il movimento “Black Lives Matter” è esploso in tutta la sua forza. In Italia a che punto siamo, secondo te?

“Ci sono persone che dicono che il clima di oggi è aperto e altre che dicono che non c’è niente. Credo che noi siamo nel mezzo, non sappiamo mai bene cosa fare. Non dobbiamo esagerare né nell’uno né nell’altro verso: se vogliamo prendere sul serio quello che accade, allora dobbiamo stare attenti a riconoscere i fatti nella loro interezza. Secondo me, dobbiamo identificare bene le cose e le persone, chiamandole esattamente con il proprio nome, senza essere ipocriti ma intellettualmente onesti”.

Stiamo vivendo un periodo tra i più difficili della storia con il Covid – 19. #andràtuttobene secondo te?

“Prima o poi si. Stiamo vivendo qualcosa che non è mai accaduto, tutto il mondo è in ginocchio. Credo tuttavia che dopo la tempesta ritorni il sereno”.

I tuoi prossimi progetti?

“Mi vedrete nel 2021 su Netflix in “Zero” in un cast nero al completo: è la prima volta in Italia”.

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Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.