In un passato lontano, Aldo ha tradito Vanda e abbandonato i suoi figli a Napoli. A Roma ha ricominciato con Livia, una collega e una ‘voce’ più gentile. In mezzo due figli, Anna e Sandro, che crescono e covano un avvenire di rancori. Vanda tenta il suicidio, Aldo non cede al ricatto ma qualche anno dopo torna a casa e riannoda i lacci sciolti. Aldo e Vanda escono intatti dalla crisi ma è solo apparenza. A guardarli da vicino le crepe e le riparazioni saltano agli occhi. Questo è “Lacci“, il film di Daniele Luchetti che ha aperto la 77esima mostra internazionale d’arte cinematografica. Tratto dall’ omonimo libro di Domenico Starnone, il film copre un periodo di quarant’anni e si inscrive in un contesto di tempi nuovi (gli anni Ottanta) di liberazione dei costumi e di rovesciamento dei valori della famiglia tradizionale. Il titolo, un aneddoto affettivo e concreto del racconto, allude agli indefettibili legami che allacciano i personaggi e li rendono prigionieri. Ai nodi stretti intrecciati dalle abitudini e dagli urti. Dentro un grande appartamento, ormai vestigia di un’armonia passata, circolano tra dribblate e confronti, intossicando la vita dei loro figli. Vanda impone regole, Aldo le fugge, insieme producono una situazione caotica, una frattura aperta, un conflitto in cui ciascuno, a suo modo, cerca la via d’uscita. Dopo aver aperto la 77esima Mostra del Cinema di Venezia, da giovedì 1 ottobre arriva nei cinema “Lacci”, il nuovo film – in Concorso – diretto da Daniele Luchetti, tratto dal romanzo di Domenico Starnone ed interpretato da un grandissimo cast composto da: Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini e Linda Caridi. «Negli ultimi tempi abbiamo avuto paura che il cinema potesse estinguersi. E invece durante la quarantena ci ha dato conforto, come una luce accesa in una caverna. Oggi abbiamo una consapevolezza in più: i film, le serie, i romanzi, sono indispensabili nelle nostre vite. Lunga vita ai festival, dunque, che permettono di celebrare tutti assieme il senso vero del nostro lavoro. Se qualcuno ha pensato che fare cinema potesse rivelarsi inutile, ora sa che è un bene di tutti. Con “Lacci” sono onorato di aprire le danze del primo grande festival di un tempo imprevisto», ha dichiarato il regista.