Stef Burns

STEF BURNS, chitarrista americano che da anni incanta i fan con la sua Fender Stratocaster, ma soprattutto con il suo entusiasmo e simpatia, torna sui palchi live per alcune ospitate. Venerdì 24 e Sabato 25 luglio sarà a Roma, per il Kill Joy Summer Festival al Kill Joy, per due serate rock, rispettivamente con i Requeen e con i C.R.T.  La sua attività live lo ha visto a lungo in tour negli Stati Uniti con Huey Lewis & the News e in Italia con Vasco Rossi, ma Stef ha anche alcuni progetti personali: la sua band Stef Burns League e il trio BGH con Claudio Golinelli e Will Hunt, con cui si è esibito con successo un po’ in tutta Italia tra club e festival. In attesa di nuova musica, alla quale sta lavorando in questo periodo, l’ultimo album da studio è “Roots & Wings” (etichetta Ultratempo), disponibile nei migliori negozi in versione digitale, CD e in Vinile edizione limitata. Un disco rock sincero e sentito che lo ha visto per la prima volta nella triplice veste di autore, chitarrista e interprete.

Stef, partiamo dagli ultimi impegni. Ti vedremo in concerto venerdì e sabato a Roma. Cosa dobbiamo aspettarci?

“Tanto divertimento, Tanto ROCK. Dopo tanto tempo sono strafelice di tornare a suonare live”.

Tu e la tua Fender Stratocaster, un rapporto unico, quasi assoluto, ma quando è nata la tua passione per questo strumento?

“La prima volta che ho visto suonare Jimi Hendrix. Anche George Harrison nel Magical Mystery Tour mi ha conquistato. Avevo una Fender Mustang ma con un humbucking pickup. Anche ora, nelle mie Strato ho messo l’humbucking”.

E per la musica?

“I miei genitori avevano grande passione per la musica e ascoltavano di tutto. C’era sempre musica in casa: jazz, rock, blues, classica. Ecco perché a me piacciono tutti i generi”.

Chris Martin, leader dei Coldplay ha dato questa definizione del rock: «Rock’n’Roll significa fare quel cazzo che vuoi. Non significa strafarsi di droga o essere edonistici: significa non badare a cosa gli altri pensano di te. Rock’n’Roll significa cercare il piacere definitivo». Sei d’accordo?

“In linea di massima direi di si, ma ci sono anche altre definizioni. In ogni caso per me, musicalmente parlando, avere l’anima rock ‘n’ roll è possedere l’elemento del “blues”, che è la base del rock’n’roll”.

Quando sei sul palco, cosa significa avere tra le mani la tua Fender Stratocaster?

“Come essere a letto con una bella donna”.

Sei americano, di Oakland precisamente. Il rock americano ha affinità con quello italiano oppure no? Ci spieghi?

“Io l’ho trovato molto simile in tanti modi, perché il rock è rock, ovunque nel mondo. Gli USA e poi l’Inghilterra hanno influenzato la musica a livello internazionale, però ho sentito diverse belle cose anche in Italia, in tanto tempo che sono qui. Per esempio la particolare ritmica della lingua italiana, avendo più sillabe”.

Sono anni ormai che hai in atto una vera e propria collaborazione con Vasco Rossi, cosa ti ha spinto ad accettare, anni fa?

“Solo un pazzo avrebbe potuto dire di no a Vasco Rossi. Lui è un artista completo, che ha influenzato intere generazioni. Mi fa vivere concerti meravigliosi e mi ha fatto conoscere un paese stupendo come l’Italia”.

Per quali motivi secondo te piace così tanto Vasco?

“Perché lui ha un modo di parlare, scrivere e cantare unico, che tocca la gente, come i grandi di tutti tempi, dell’arte e della musica. Ha un talento straordinario ed è onesto, è un’anima speciale”.

Vivi da diversi anni in Italia, cosa ti piace e cosa non ti piace di questo Paese?

“La differenza, a parte la lingua, è stata principalmente il fatto di dover vivere in una grande città invece di un borgo (da dove vengo). Il lato positivo è la possibilità di trovare tutto facilmente, a Milano. Meno bello, invece, è il traffico, la confusione. Mi manca un po’ la pace che si gode a vivere fuori città, come a casa mia in California. Però, non mi lamento, va benissimo comunque. There is always a trade off in life. I think positive”.

Stiamo cercando di uscire da un periodo molto difficile per il mondo intero a causa del Covid- 19. Tu il lockdown come l’hai vissuto?

“Come quasi tutti credo: ho trascorso il tempo in casa con mia figlia, a giocare, a fare i compiti e così via, poi mi sono divertito a cucinare, leggere, Netflix e, ovviamente, ho scritto musica”.

#andràtuttobene?

“Sicuro”.

I tuoi prossimi progetti?

“Cerco di continuare a scrivere per un nuovo disco del mio progetto Stef Burns League, dopo “Roots & Wings” (Ultratempo label) di cui è uscito anche il vinile. Poi ho altri bei progetti con Gallo e Will (BGH), Alberto Rocchetti (Recital) e Peppino D’Agostino, che ha un nuovo disco meraviglioso dal titolo Connexion. Ho suonato 2 pezzi sul disco insieme a lui. Uno è la versione strumentale  di “Stammi Vicino”, che abbiamo scritto insieme a Vasco Rossi, ed è nel suo disco “Vivere o Niente” (2011)”.

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Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.