Sorridenti si diventa. Basta volerlo. Anche se non si nasce col sorriso, possiamo tutti diventare capaci di sorridere ogni giorno. Non è questione di talento artistico, è questione di pratica. Si può imparare a sorridere sempre, consapevolmente, in modo naturale e sincero, per volontà e con determinazione. Lo spiega Maria Elena Vandone – dolcissima e bellissima nel suo sorriso – , nel libro “PROFESSIONAL SMILER” : una guida pratica per scoprire l’arma del sorriso per affrontare il cambiamento. L’autrice ha 40 anni, è italiana ma vive a Barcellona insieme alla famiglia. E’ giornalista, ha lavorato diversi anni in televisione (è stata vincitrice di “Ballando con le stelle”, attrice in “Don Matteo”, “Caravaggio”, “Ho sposato un calciatore” co-conduttrice nel format “I migliori anni”).

Maria Elena, partiamo dal tuo libro “PROFESSIONAL SMILER”, com’è nato?

“Ammetto di non amare moltissimo i social network eppure da circa un anno sono su Instagram. Ho tentato di raccontarmi e mi sono arrivati svariati messaggi in cui mi veniva detto ‘grazie’ per il fatto che riuscivo a regalare qualche sorriso. Nonostante io sia nata ‘musona’, ho capito che doveva esserci un cambiamento. Prima ero sempre insoddisfatta di quello che avevo. Non vivevo il presente ed ero sempre proiettata verso un futuro ancora da afferrare. Vedevo sempre il bicchiere mezzo vuoto. Ad un certo punto mi sono detta che quella situazione doveva cambiare e così ho iniziato il mio percorso verso la positività. E’ sicuramente un percorso in divenire e molto spesso insidioso ma non ho certamente l’intenzione di mollare”.

Il protagonista indiscusso è sicuramente il sorriso, tu come lo definiresti?

“E’ la parte più visibile di un cambiamento interno senza il quale niente funziona bene. Il sorriso è sincero, convinto e non è una maschera per camuffare uno stato diverso”.

Per te cosa significa sorridere?

“E’ dare e ricevere positività; è essere consapevoli di sé stessi e delle proprie potenzialità, è avere un’attitudine costruttiva”.

“Un giorno senza sorriso è un giorno perso”, affermava Charlie Chaplin. Sei d’accordo?

“Assolutamente sì. Ho sprecato troppo tempo a non sorridere e ora non ne voglio più perdere”.

Siamo reduci da un rigido lockdown per la pandemia che oramai ha investito il mondo intero, cos’ha significato per te?

“I momenti no ci sono stati, non posso negarlo, eppure ho cercato di sfruttare questo periodo di reclusione per esercitarmi ad andare sempre più verso la positività e l’ottimismo. Dinnanzi a questa pandemia, avevamo sono due opzioni: o autocommiserarci e farci vincere dalla negatività oppure continuare a sperare di risollevarci. Io ho scelto la seconda. Il mio libro sarebbe dovuto uscire prima, ma ecco che con il lockdown ne ho approfittato per cambiare un po’ il finale e renderlo più attuale”.

Scrittrice, giornalista, attrice e conduttrice: cosa preferisci?

“Scrivere mi piace molto, ma credo che mi piaccia fare un po’ di tutto. Ogni mestiere con cui mi sono confrontata era assolutamente necessario per me”.

Fai parte anche del mondo dello spettacolo, ma quali sono i pro e i contro di farne parte?

“Non saprei risponderti a questa domanda in realtà perché quando ho iniziato ad essere protagonista del mondo dello spettacolo ne ero piuttosto inconsapevole. Farne parte è stato del tutto casuale. Quando mi sono accorta che stava diventando il mio lavoro, ho preferito interrompere e dedicarmi alla laurea e al giornalismo”.

Sei italiana ma vivi a Barcellona, cosa ti ha portato a fare questa scelta?

“E’ stata una scelta familiare. Mio marito fa l’imprenditore e può lavorare ovunque. Ecco che abbiamo deciso di dare ai nostri figli un’esperienza di vita diversa. Abbiamo scelto la Spagna perché non era troppo lontana dall’Italia”.

Italia e Spagna: cosa accomuna e cosa differenzia questi due Paesi?

“Gli Spagnoli hanno un senso civico nettamente superiore al nostro. Entrambi sono solari ed euforici”.

I tuoi prossimi progetti?

“Vorrei diventare un punto di riferimento di positività e attaccare questo virus”.