Misteri, leggenda e realtà in un luogo avvolto da un’atmosfera onirica. Un borgo di montagna in provincia di Bolzano dove si svolgono le avventure soprannaturali con al centro una mamma e i suoi due figli adolescenti. “Curon” – la nuova serie originale italiana Netflix, prodotta da Indiana Production, disponibile dal 10 giugno 2020 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo -, è un supernatural drama in cui mistero, leggenda e realtà si fondono per dare vita ad un racconto capace di trasportare gli spettatori in un incredibile viaggio alla scoperta di se stessi e della propria identità. E’ un percorso in cui non tutto è come sembra: anche sotto la superficie di quello che conosciamo si nascondono inquietanti misteri. Juju Di Domenico è una giovane attrice di nazionalità italiana e tedesca protagonista di questa serie tv. Apparentemente riservata, dal carattere dolce, tenace e caparbia, l’abbiamo vista in fiction italiane importanti come “Il Paradiso delle Signore – Daily 1”, “1994” e “Un passo dal cielo 4”. Con lei abbiamo parlato proprio di “Curon” ma non solo.
Juju, per quali motivi hai detto di sì a questo progetto?
“Curon è un progetto di sette episodi che mi interessava moltissimo, era molto diverso dagli altri: divertente, drammatico e soprannaturale. L’ho desiderato da subito e così, dopo tre provini, ecco che ne facevo parte”.
“Curon” è il titolo di questa serie tv, ci spieghi un po’ il titolo?
“E’ ambientato a Curon Venosta, un Comune in provincia di Bolzano. Sul suo territorio si trova il lago di Resia. Per realizzarlo, nel 1950, venne inondato l’antico abitato, che fu ricostruito più a monte. Rimase in piedi soltanto il campanile della vecchia chiesa che oggi è diventato la principale attrazione della zona. Secondo la leggenda, infatti, nei mesi più freddi dell’anno, si narra che si sentano suonare ancora le campane”.
Interpreti Micki, che tipo di donna è?
“E’ una ragazza di 16 anni nel pieno della tempesta adolescenziale, ovvero nel pieno delle discussioni con i genitori, dei suoi amori e delle sue amicizie. E’ una giovane che cambierà nel corso del tempo, con l’arrivo di Daria. Svelerà un segreto che la farà sentire più libera e serena”.
Hai qualcosa in comune con lei?
“Inizialmente sì: entrambe siamo solari, gentili e semplici. Quello che le accadrà poi, però, per fortuna no”.
Questa fiction è una sorta di viaggio per scoprire se stessi al meglio, sei d’accordo?
“Assolutamente sì. Raccontiamo una storia che parla d’identità, della ricerca di se stessi, di percorsi di crescita”.
Tu sei giovanissima ma stai diventando un volto sempre più noto del piccolo schermo, ma quando hai deciso di intraprendere il percorso artistico?
“E’ nato tutto come un gioco. A 6 anni in Germania dove sono nata, come tutti i bambini giocavo a fare la cuoca, la cantante e molto altro e mi piaceva moltissimo. Mi sono iscritta poi a una scuola di teatro. Quando facevo la modella mi sono accorta che mi piaceva essere sotto la lente d’ingrandimento di una telecamera e così mi sono detta di provare, parallelamente all’università”.
Cosa significa essere attrice per te?
“E’ molto difficile rispondere a questa domanda perché a 22 anni non mi posso ancora definire un’attrice. Ho ancora molta strada da percorrere, ma spero di continuare”.
Sei in parte italiana e in parte tedesca, ma cosa rappresentano queste due nazioni per te?
“Mi sono sempre sentita spaccata in due. La Germania è dove sono nata, la mia prima lingua, la mia prima casa. L’Italia, Paese in cui mi sono trasferita dall’età di 9 anni: è sole, mare, buon cibo e tanto, tantissimo amore”.
Sei indubbiamente molto bella, ma quale significato dai alla bellezza?
“Grazie mille, ma credo che fare l’attrice sia complesso esattamente come definire la bellezza che penso sia soggettiva. La bellezza è un po’ in tutto. A cosa porti non so, in quanto i miei tratti somatici li ho ereditati dai miei genitori. Preferisco la bellezza interiore rispetto a quella estetica”.
Ti abbiamo visto recentemente ne “La guerra è finita” di Michele Soavi con Michele Riondino su Rai1, ma cosa ti ha lasciato quella serie tv?
“In un certo senso, anche questa fiction parlava di identità. Parlava del voler tornare alla vita e della riabilitazione di un gruppo di persone a tornare ad essere felici”.
I tuoi prossimi progetti?
“Inizierò a fine mese “CON LE MIE MANI” con la regia di Fabio Resinaro. Sarò la figlia di Francesco Montanari e Laura Chiatti. Il film racconta la tragica vicenda dell’omicidio di Pierluigi Torregiani dal punto di vista più intimo e familiare”.