Il film Favolacce dei fratelli D’Innocenzo è da oggi on demand. Una scelta dettata dalla volontà di continuare ad incontrare il pubblico, nonostante le restrizioni imposte in questo periodo di emergenza Covid – 19, che hanno richiesto la chiusura temporanea delle sale cinematografiche. Sono SKY PRIMAFILA Premiere, TIMVISION, CHILI, GOOGLE PLAY, INFINITY, CG Digital e RAKUTEN TV le piattaforme digitali sulle quali noleggiare l’opera seconda di Fabio e Damiano D’Innocenzo che hanno collezionato critiche entusiastiche sia dalla stampa nazionale che estera. Quella che viene raccontata è la quotidianità degradata di un quartiere della periferia sud di Roma. E’ una storia misteriosa, bellissima e terribile: una voce narrante che riporta e inventa assieme, un’umanità sconfitta (prima di tutto da se stessa) e un mondo periferico e irreale nel quale si concentrano ed esplodono tutte le contraddizioni della nostra società, osservate con un disincanto apparentemente impassibile da un gruppo di 12enni. Oltre a Elio Germano nel ruolo di protagonista, troviamo Ileana D’Ambra (classe 1996), una giovane ma molto promettetene attrice che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco e di osare, come pochi sanno riuscire.

Ileana, nel film sei Vilma Tommasi: ci racconti un po’ di lei?

“E’  una ragazza di diciannove anni, anche lei viene da un contesto sociale di una middle class decaduta come le altre famiglie presentate. Nel film diventa madre ed è confusa, non capisce ciò che sta succedendo al suo corpo, alla sua vita, non sa quello che l’aspetta. E’ un essere umano pieno di contraddizioni, è dolce e rabbiosa, delicata e irruente, c’è dentro di lei una forte vitalità e quindi un senso di morte e disperazione altrettanto forte. E’ tutto il contrario di tutto. E’ un personaggio gigantesco, che sono sicura chiunque faccia questo mestiere vorrebbe interpretare. La più grande paura che avevo nell’affrontarla era cadere nello stereotipo della ragazza coatta di periferia perché, infatti, non c’è niente di più lontano da lei. Mi sento tanto fortunata ad aver avuto questa possibilità”.

Come è stato lavorare accanto a due registi come Fabio e Damiano D’Innocenzo?

“Bellissimo. E’ stato stupendo esordire e lavorare con questi due giovani registi così fuori dal comune. Quando ci siamo conosciuti ho capito subito che quello sarebbe stato un incontro umano che mi avrebbe cambiato la vita. Non sapevo bene perché ma l’ho intuito fin dall’inizio. Ti riempiono di fiducia, ti permettono di capire quanto è bello avere il coraggio di essere se stessi. Non danno indicazioni precise e chiare. Ti indicano la direzione, poi sta a te (attore/attrice) portare loro il personaggio. Non ti lasciano mai da solo ma allo stesso tempo sei libero di sperimentare, di improvvisare, di seguire il tuo istinto attoriale. Ho capito Vilma parlando con loro di altro, anche non riferito strettamente al film, ma ascoltandoli parlare di calcio, di vita, di esperienze personali”.

Per questo ruolo ti è stato chiesto di ingrassare, hai infatti preso oltre 10 chili. In che modo ti sei preparata per questa trasformazione fisica? Quasi mai accade di vedere un’attrice disposta a un sacrificio simile.

“E’ vero, non si vede spesso, fa più parte della scuola americana. Quando Fabio e Damiano mi hanno chiesto di ingrassare non ci ho pensato neanche un minuto, ho risposto subito: “Certo, mi metto al lavoro”. Ho accettato perché era un’occasione unica, imperdibile. Ho toccato con mano i miei limiti e sono andata oltre. Sono partita col farmi seguire da un nutrizionista per cercare di prendere quei chili nel modo più sano possibile dunque mi è stato consigliato di mangiare carboidrati e non junk food. Ho aumentato le quantità e ho disordinato gli orari dei pasti e anche ho smesso immediatamente di fare sport. Fin dalle prime settimane ho potuto sentire la pesantezza del personaggio, la fatica, la bruttezza, chiaramente non riferita al canone estetico e la sua totale mancanza di grazia. Sono arrivata ad un punto in cui mi guardavo allo specchio e non ero letteralmente più io. Devo ammettere che poi la parte altrettanto complessa è venuta dopo. Una volta finito di girare è stato davvero faticoso perdere tutti quei chili. Vilma è rimasta con me per molto tempo”.

Il film racconta una storia molto intensa, non banale, che parla di un’umanità sconfitta. Sei d’accordo?

“E’ sicuramente una storia molto intensa e forse, a tratti, difficile da sostenere ma, secondo me, non si tratta di un’umanità sconfitta. Favolacce racconta della totale perdita di un’infanzia e di un’innocenza che proprio i bambini sanno portare per primi. Fotografa semplicemente una realtà cruda che può essere da stimolo a diverse riflessioni partendo da quelle sociali a quelle più intime e personali. E’ importante, secondo me, poter guardare il film spogli di giudizi e pregiudizi”.

Tu perché hai scelto il mestiere di attrice?

“Perché amo gli esseri umani nella loro complessità. Amo la vita con le sue contraddizioni e il cinema mi dà la possibilità di mettere in scena, in modo amplificato, tutto questo. E’ la mia passione, è quel qualcosa che inspiegabilmente mi rende felice. Ogni volta che sono su un set o su di un palcoscenico sento, dentro di me, di essere nel mio posto”.

Se ti chiedessi “chi è Ileana D’Ambra”, tu cosa risponderesti?

“Non amo definirmi, spero sempre che possano essere gli altri a farlo. Quello che vedo io, però, è una cittadina del mondo, con un grande sogno, che ama i piccoli gesti quotidiani. Sono una giovane donna buffa e goffa, piena di paure e di insicurezze, quasi una Bridget Jones italiana!

Mi ha colpito il fatto che alla presentazione di “Favolacce” al Festival di Berlino indossassi una t-shirt con su scritto: “Save the planet”. Tu e il pianeta?

“Sì, io e il pianeta abbiamo una relazione stabile probabilmente unilaterale. A parte gli scherzi, tengo molto a questo pianeta dove siamo ospiti. E’ importante, secondo me, ascoltarlo e preservarlo perché è ciò da cui dipendono la nostra vita e quella di miliardi di altri essere viventi. Averne cura va di pari passo, secondo me, con tutta una serie di altri valori come il senso comune e il rispetto verso gli altri. Sarebbe contraddittorio per me buttare una carta per terra, per esempio, e poi difendere principi come la giustizia e l’uguaglianza”.

Siamo in un periodo storico tra i più difficili nella storia, tu come stai vivendo la quarantena?

“E’ vero, è senz’altro un periodo di estrema difficoltà per tutto il mondo. Devo dire che per me che faccio questo mestiere la quarantena è arrivata quasi in modo dolce, non ho sentito subito un forte strappo con la mia quotidianità. Faccio un lavoro che mi porta spesso a rimanere a casa, a restare sola, non ho orari rigidi da ufficio. Infatti in queste settimane non si è fermata la mia routine: mi sveglio presto, faccio yoga con mia mamma e altre attività fisiche come boxe, guardo molto film, leggo parecchio, scrivo. In questo tempo sospeso ho avuto l’occasione di riscoprire e contattare la noia, che è fondamentale. Questo periodo, però, mi ha fatto ritornare a riflettere su quanto siamo tutti uguali, quanto gli esseri umani condividano le stesse paure, le stesse necessità, e gli stessi dolori e felicità. E’ una bella sensazione quella di sentirsi un po’ più vicina a tutti gli altri. E’ un periodo fatto di dolori e di forti mancanze. Probabilmente, quando si tornerà, piano piano, alla “vecchia” vita, forse ci sarà una divisione più netta fra chi sarà diventato ancora più sensibile alla condivisione e cura verso il prossimo e chi invece si chiuderà ancora di più nel proprio mondo. E per l’emergenza climatica penso sarà una svolta epocale. Se prima ci si poteva ingenuamente mettere una mano sugli occhi ora non si potrà più. E’ una questione che dovrà essere messa in prima piano”.

Il tuo settore, quello dello spettacolo, sta vivendo una profonda crisi. Come vedi questa situazione?

“Per ovvi motivi è stato necessario procedere ad una chiusura forzata della grande industria dello spettacolo. Credo però, ora, sia arrivato il momento di armarsi di positività e cominciare a mettere finalmente la cultura al primo posto. Spero che ormai si sia ufficialmente compreso che la cultura è un bene essenziale, d’altronde quanta compagnia ci hanno fatto giornali, film, musica e libri in questi mesi? Senza come avremmo fatto? Gabriele Vacis, per esempio, ha scritto una lettera dove propone alcune soluzioni possibili per la riapertura dei teatri. Le soluzioni ci sono, basta saperle attuare. Per questo sono contenta che “Favolacce” esca on demand. Spero che questo possa essere un primo gesto coraggioso e speranzoso”.

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Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.