A metà aprile è uscito il nuovo singolo di Marco Ligabue dal titolo “DENTRO“. Il brano precede l’uscita di un album che racchiude i migliori pezzi di questi anni del cantautore emiliano. “DENTRO” è una canzone composta interamente in questi giorni di quarantena, un brano totalmente home-made. Il video è stato montato in pochi giorni in casa da Marco. E’ il suo regalo per la figlia, fatto con il cuore e con l’anima, piena di speranza per un futuro migliore. Nel brano emergono abbracci desiderati, una carezza, un bacio mancato, ma il brano è un segno di speranza. E’ una canzone intima dove racconta la nostalgia per la figlia, un tema attuale in questo periodo di lontananza forzata per tutti. La storia di un padre che attende di riabbracciare il suo amore più grande. Ne abbiamo parlato proprio con lui.
Marco, com’è nata questa canzone?
“Sono un genitore separato: mia figlia vive con la madre in Sardegna. Sono andato a trovarla a inizio marzo, prima che scattasse il blocco totale. Ora riesco a vederla solo con video chiamate. Durante una di queste Viola mi ha raccontato quelli che potrebbero essere i suoi buoni propositi. Proprio da qui ho deciso di farle una sorpresa. Con la mia chitarra acustica, è nata “Dentro”, la mia nuova canzone dedicata a lei che, una volta ascoltata, ne è rimasta entusiasta”.
L’hai dedicata a tua figlia, ma cosa ti manca di Viola?
“Le piccole cose come le risate insieme, il giocare, il passeggiare, il cucinare e il cenare con lei. Il nostro è un legame unico e, anche se la vedo spesso con video chiamate, non è abbastanza per me”.
Perché chiamare la canzone “Dentro”?
“E’ una sorta di gioco di parole. Siamo dentro a quattro mura e in questa quarantena stiamo avendo modo di conoscerci meglio, stiamo scavando dentro di noi e magari stiamo rimettendo in ordine alcuni tasselli che erano un po’ in disordine”.
Hai scritto questa canzone in quarantena, come stai vivendo quest’emergenza Covid -19?
“Ho sensazioni contrastanti. In questi ultimi sette anni non mi sono mai fermato – ho fatto ben 600 apparizioni live, interviste, viaggi – ed ora, vista l’emergenza, ho recuperato tempo che prima non mi ero concesso. Tuttavia, la distanza da mia figlia si fa sentire sempre di più. Ho un po’ di paura sul futuro vista l’incertezza e gli interrogativi che ci sono; penso a tutti i musicisti come me che sono fermi e che non sanno quando potranno ad esibirsi”.
Nel tuo brano racconti di mancanze ma anche di speranze, cosa rappresentano nella tua vita, soprattutto in questo particolare momento?
“La mancanza è il peso maggiore. Non ho mai trascorso con Viola ogni giorno, ma tre volte al mese riuscivo sempre a raggiungerla. Il non poterla abbracciare comincia a farsi sentire. Sono tuttavia ottimista. Ora siamo fermi per questo maledetto virus, ma credo che, quando ne usciremo, saremo più arricchiti di prima”.
La musica può aiutare in questa quarantena? Perché?
“In questo periodo mi arrivano tantissimi grazie per le mie dirette sui social network. La musica fa star bene, è svago ed emozione e soprattutto è speranza”.
Questo periodo di buio finirà secondo te?
“Secondo me #andràtuttobene. Vedo che c’è molta prudenza e che vengono fatti piccoli passi ma non si sa quando tutto questo dolore finirà. Mi piace pensare che si sistemerà tutto”.
Sono in molti a sostenere che quando tutto questo finirà non saremo più gli stessi, sarà così per te? Cosa cambierà?
“E’ molto difficile rispondere. Inizialmente le persone mi sembravano riflessive e ottimiste ora vedo maturare sempre di più rabbia, per le difficoltà che si incontrano e per il dolore che si è costretti a sopportare”.