“Seven WOMEN”, film documentario sociale prodotto e diretto da Yvonne Sciò – artista dalla formazione ricca e variegata – su sette donne di notorietà internazionale che l’hanno ispirata e sono state fondamentali nel suo percorso artistico e professionale. Girato tra l’Italia e gli Stati Uniti, racconta sette donne molto diverse tra loro ma che hanno in comune la voglia e il coraggio di lottare, la creatività e l’originalità: Rosita Missoni, Rula Jebreal, Fran Drescher, Alba Clemente, Patricia Field, Susanne Bartsch, Bethann Hardison. Il film documentario è andato in onda in prima visione assoluta sabato 7 marzo su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore” e dall’8 marzo è online su RaiPlay. Mentre “Roxanne” è stato il primo documentario diretto da Yvonne Sciò.
Yvonne, com’è nata l’idea di “Seven WOMEN”?
“E’ il mio secondo docufilm. E’ stato molto interessante parlare di queste donne. Diversi mi hanno detto di non conoscerle. Ecco, ora con “Seven WOMEN” le hanno conosciute”.
Perché prendere in esame proprio 7 donne? Il numero 7 è un caso oppure è stato voluto?
“Nella vita di una delle protagoniste, Rosita Missoni, ricorreva molto il numero 7 e ho avuto la conferma già con quello che volevo raccontare”.
Ci racconti di donne molte diverse tra loro. Ci dici un aggettivo per entrambe?
“Rosita Missoni è famiglia e tradizione, Rula Jebreal ha tanta grinta, Fran Drescher non demorde mai, Alba Clemente è Napoli, Patricia Field è un’esplosione di colori, Susanne Bartsch è una trasformista, Bethann Hardison è molto forte e ferma”.
Cosa le accomuna, invece?
“Forza e determinazione, nonostante siano molto diverse tra loro”.
Oggi cosa significa essere donna?
“Essere orgogliose di esserlo, prima ancora di essere delle femministe. Io ho lottato per arrivare dove sono ora e non con pochi sacrifici, ma sono diventata quello che volevo essere”.
E “Roxanne”?
“E’ una donna senza età. Ha vissuto molte vite ed è molto silenziosa, a dimostrazione come nella vita non servano molte parole”.
Oltre ad essere regista, è anche attrice e modella, ma cosa lega il mondo della moda con la recitazione?
“La moda in sé può essere noiosa, ma è estro e fantasia. La recitazione mi è capitata per caso e mi ci sono buttata a capofitto. Oltre ad avere in comune il senso estetico, entrambe sono interpretazione”.
Questo è un periodo difficile per tutti noi, #andràtuttobene?
“Ognuno di noi sarà profondamente cambiato: forse prima non ci rendevamo conto appieno della libertà di cui disponevamo, ora sì. Ora l’Italia è in ginocchio, ma sta reagendo da grande Paese, grazie anche a Giuseppe Conte che sta facendo tutto il possibile affinché la nostra nazione torni a splendere come prima. I medici e gli infermieri sono la forza e il cuore pulsante della nostra Italia, grazie”.