In queste settimane stiamo vedendo ogni domenica su Rai1 una fiction che affronta un tema importante come quello dei femminicidi: “Bella da morire” è la nuova serie crime che è approdata da domenica 15 marzo. Prodotta in collaborazione da Cattleya con Rai Fiction e da Andrea Molaioli alla regia, la miniserie ha come protagonista Cristiana Capotondi nei panni dell’ispettrice di polizia Eva Cantini, alle prese con un caso di scomparsa e presunto omicidio di una giovane ragazza. Nel cast troviamo anche una bravissima Anna Ferruzzo, volto molto noto al pubblico, che ancora una volta ci regala emozioni molto forti
Ti stiamo vedendo in queste settimane su Rai1 con “Bella da morire”, per quali motivi hai detto sì a questo progetto?
“Ho avuto ben tre garanzie, ovvero la produzione e la regia che stimavo molto e una tematica molto importante da affrontare – quella della violenza sulle donne -, oltre che il dolore del mio personaggio vissuto attraverso la malattia”.
Vesti i panni di Tina Scuderi, come ti sei preparata per questo personaggio?
“Al provino dovevo sostenere una scena molto dura, ovvero quella del riconoscimento da parte di una madre del cadavere della figlia in obitorio. Ho cercato di non basarmi sullo stereotipo del malato di Alzheimer, ma ho cercato di far comprenderne la normalità fuori contesto”.
Che tipo di donna è?
“E’ una donna piuttosto giovane per essere affetta dall’ Alzheimer che deve accettare la perdita di una figlia. Ho tentato di portare sul piccolo schermo la dolcezza e la disperazione di Tina, oltre al vigore del corpo e alla mancata presenza emotiva”.
Quanto è importante il ricordo nella nostra esistenza?
“La memoria è alla base e per un attore è fondamentale perché è grazie al proprio vissuto emotivo che si riescono a costruire i personaggi. Siamo ciò che siamo stati”.
“Bella da morire” è una fiction con protagoniste assolute le donne, ma vuol dire essere donna ai giorni nostri?
“E’ molto complicato. Negli ultimi anni l’offerta lavorativa è aumentata ma gli oneri sono rimasti gli stessi; non ci sono aiuti per le famiglie. Per me la donna oggi è una vera eroina, niente le viene regalato”.
Secondo te, la bellezza va a braccetto con la morte oggi?
“Molto spesso accade proprio così. Ogni giorno sentiamo notizie nei vari notiziari di violenze che vengono fatte bei confronti delle donne; ritengo che molto derivi dall’incapacità dell’uomo di accettare l’evoluzione della donna. Il mondo è pieno di donne belle, intelligenti e capaci. Dobbiamo agire a livello culturale se vogliamo cambiare la realtà”.
Tu sei un’attrice molto nota, che valore ha svolgere questo mestiere nel 2020?
Non è così semplice: in Italia è difficile interpretare ruoli femminili. Faccio questo lavoro da molti anni, lo faccio molto seriamente, senza prendermi troppo sul serio.
Perché hai scelto proprio di fare l’attrice?
“E’ tutto iniziato un po’ per caso. Ho cominciato con il teatro perché fa bene all’anima e può essere salvifico”.
Ti abbiamo visto partecipare a progetti sempre carichi di emozione, ma quest’ultima per un’attrice che valore ha?
“Fondamentale, senza quella non potrei svolgere questo mestiere. Sono una persona molto emotiva e, quando vengo attraversata da determinate sensazioni, cerco a mia volta di emozionare gli altri”.
Recentemente ti abbiamo visto in Fabrizio De André – Principe libero, un film trasmesso sia al cinema sia in tv ma cosa rappresenta per i più ancora il Faber?
“Un mito assoluto, oltre che un poeta. Poter essere parte di un progetto così è stato meraviglioso. Ho anche avuto il privilegio di essere affiancata sul set da Dori Ghezzi che è una persona straordinaria”.
Stiamo vivendo non periodi facili per il nostro Paese ai tempi del corona virus, tu come stai vivendo la quarantena?
“Non è facile. Amo stare in casa, con la possibilità però di uscire ma in questo caso non è possibile. Fortunatamente io e mio marito abbiamo un po’ di giardino per i nostri cani. Passando tutto questo tempo in casa, ho la possibilità di smussare alcuni angoli di me stessa che normalmente la frenesia di tutti i giorni mi impedisce. Sono un po’ in ansia la mia famiglia, in parte in Veneto e in parte a Taranto.
#andràtuttobene?
“Mi auguro proprio di sì, con la speranza di uscire diversi da questa situazione, più arricchiti, cercando di capire cosa nella nostra esistenza abbiamo sottovalutato e sopravvalutato. Il virus ha preso la penna in mano per farci cambiare e in questa tragica storia spero che aumenti in noi la consapevolezza di quanto sia bella la vita, evitiamo di essere egoisti”.