Bellezza e bravura possono anche andare di pari passo. E’ il caso di Miriam Candurro, una delle attrici più amate e apprezzate dai milioni di telespettatori, per la capacità di mettersi a confronto con qualsiasi tipo di personaggio. Di strada ne ha fatta da quando è partita dal film che l’ha lanciata – qual è stato “Certi bambini” – e da lì non si è più fermata. Degli inizi, del suo percorso e del suo presente ne abbiamo proprio parlato con lei.
Miriam, per il grande pubblico sei oramai un appuntamento fisso per una fiction più seguite, qual è “Un posto al sole”, ma come hai detto sì a questa serie tv?
“Innanzitutto perché in quel periodo avevo il mio secondo figlio che aveva tre mesi e sarebbe stato troppo complicato allontanarmi da lui. Stando a Napoli a girare, avevo la possibilità di fare la mamma e di continuare a fare il mio lavoro. Posso dirti che questa è una serie tv in cui viene premiata la bravura, nel senso che chi sa fare resta per molto tempo e questa è una cosa che mi è stata confermata con il tempo”.
In tv sei Serena Cirillo, che donna è?
“E’ una donna molto onesta con dei principi molto sani; è una che si fida molto del prossimo e questo non sempre è un bene. Ha messo sempre la famiglia al primo posto, profondamente innamorata del suo uomo, anche se ultimamente i due hanno qualche problemino. E’ fragile e forte allo stesso tempo”.
C’è qualcosa di simili e di completamente diverso di te in lei?
“Ci somigliamo moltissimo, motivo per cui non mi è difficile interpretarla. Lei in più occasioni ha dimostrato di arrendersi alle vicissitudini della vita, si fa molto trasportare dagli eventi: in questo siamo lontane”.
Perché secondo te “Un posto al sole” continua a piacere così tanto?
“E’ una vera e propria famiglia allargata dello spettatore. Molto spesso accade infatti che, per chi ci segue da sempre, noi attori veniamo identificati proprio con i personaggi che interpretiamo”.
Come è cambiata la tua vita dal 2004, quando hai esordito nel film “Certi bambini”?
“Totalmente. Ho girato quel film in maniera del tutto inconsapevole. Mi sono resa conto di quello che era successo quando hanno cominciato a chiamarmi altri registi. In quel periodo facevo l’università e pensavo di fare l’insegnante e invece ho fatto poi molto altro”.
Cosa significa essere per te un’attrice?
“Non fare morire mai quella parte di noi, ovvero l’infanzia, in cui eravamo convinti che i nostri sogni fossero la realtà. Fare l’attrice vuol dire giocare nell’essere un’altra persona. Tutti da bambini abbiamo giocato facendo finta di essere qualcun altro”.
I pro e i contro di essere attrice quali sono secondo te?
“Non penso mai a quanti siamo a fare questo mestiere e a come ci arriviamo. Se una fiction o un film o uno spettacolo teatrale arriva era già scritto nel nostro destino: sono molto fatalista in questo”.
Per quali motivi hai scelto di fare questo mestiere?
“Lo amo follemente, davvero molto”.
Sei Napoletana ma sei spesso in giro per lavoro, cosa porti con te della tua città?
“Oltre alla schiettezza della gente, il mare e il suo rumore. Quando ho vissuto a Roma, mi mancava in maniera assurda. Mi dà un grande senso di libertà”.
Hai finito di girare “Fino ad essere felici”, di cosa si tratta?
“E’ un’opera prima di Paolo Cipolletta. Racconta di una coppia che non sta vivendo un periodo felice della propria esistenza: uno dei due infatti ha una doppia vita all’insaputa dell’altro. Tutto porterà a porsi una serie di interrogativi per ogni membro della famiglia”.
La felicità cos’è per te?
“La possibilità di stare con i miei figli e con mio marito, tutto il resto viene dopo”.