Il regista premio Oscar di “Skyfall”, “Spectre” e “American Beauty”, porta al cinema la sua singolare visione dell’anno cruciale della prima guerra mondiale, il 1917. Offre l’occasione di assistere a un cinema diverso, non accondiscendente a quel montaggio “usa e getta” di stampo para-televisivo a cui siamo troppo abituati. Ad ispirare la trama ci sarebbe il racconto di famiglia del nonno del regista, Alfred Mendes, che partecipò alla Prima Guerra Mondiale e prese parte proprio alle operazioni militari nelle Fiandre e sul fronte belga. Al culmine della prima guerra mondiale, due giovani soldati britannici, Schofield (George MacKay di “Captain Fantastic”) e Blake (Dean-Charles Chapman di “Game of Thrones”) ricevono una missione apparentemente impossibile. In una corsa contro il tempo, devono attraversare il territorio nemico e consegnare un messaggio che arresterà un attacco mortale contro centinaia di soldati, tra cui il fratello di Blake. Lo spettatore diventa il terzo compagno, scruta ogni pericolo, abbassa la guardia, diventa bersaglio vulnerabile, vive “1917″ come un’esperienza di immersione totale. Il regista voleva come protagonisti degli attori che il pubblico ancora non identificasse, ma al tempo stesso il film è pieno di camei di grandi star, per imprimere nella mente alcuni fondamentali passaggi della storia del film, come ha spiegato il regista: «La ragione per cui in questo film ci sono Colin Firth, Benedict Cumberbatch, Andrew Scott, Mark Strong e Richard Madden, prima di tutto è perché sono grandi attori, ma anche perché lo spettatore li conosce già, e ha un legame con loro, durano poco in scena e rimangono comunque impressi nella memoria, cosa fondamentale per imprimere la gravità di ogni passaggio all’interno della storia. Sono brevi e forti interpretazioni che vanno in contrasto con l’approccio fresco dei due protagonisti». La sceneggiatura cerca di portare un messaggio urgente all’unità di stanza a Écoust-Saint-Mein per impedirne il massacro, ed è quindi trattata con prodezza stilistica, un impressionante tour de force tecnico, che accelera le emozioni catturando senza sconti il calvario quotidiano vissuto al fronte.