«Questo film offre la possibilità di ascoltare le storie che conosciamo grazie a testimonianze di persone oggi adulte come la senatrice Liliana Segre – richiusa ad Auschwitz quando era una bambina e sopravvissuta -, ma guardandoli con gli occhi dei fanciulli. Qui, sono infatti le vittime a parlare, poco dopo essere state salvate. La perdita di un cucchiaio comportava nei campi di concentramento la condanna a morire di fame e loro sono per miracolo, in pochi scampati allo sterminio». Con queste parole Michele Riondino ha parlato de “La Guerra è Finita”, la fiction che lo vede protagonista in quattro prime serate su Rai 1 dal 13 gennaio e che narra quello che è “venuto dopo” la Liberazione e gli orrori dei campi di concentramento. Una produzione Palomar in collaborazione con Rai Fiction realizzata da Carlo Degli Esposti e Nicola Serra con Max Gusberti, cerca di raccontare un’Italia ridotta in macerie, poco dopo la Liberazione quando i reduci dai lager tornano catapultati nella propria esistenza, dopo essersi purtroppo limitati a sopravvivere.
La serie tv ci parla di tutti quei sopravvissuti che al loro ritorno non hanno più trovato una famiglia ad accoglierli e dei pochi adulti che hanno aiutato i più giovani a riemergere lentamente alla vita. Per la prima volta Rai 1 , trasmette un film in quattro puntate in cui non si parla di morte ma di rinascita, di voglia di rimboccarsi le maniche per farcela. Quella narrata è una storia che intreccia temi delicati attraverso la magistrale capacità di un autore come Sandro Petraglia ed è una libera rielaborazione della realtà con personaggi di fantasia e un’ambientazione nella provincia di Reggio Emilia. Al fianco dell’attore pugliese, troviamo Isabella Ragonese, Andrea Bosca, Carmine Buschini e Valerio Binasco. Quest’ultimo interpreta il personaggio ispirato a Moshe Zeiri che per primo organizzò un centro di raccolta dei piccoli sopravvissuti.