Occhi neri profondi, capelli lunghi e selvaggi, di una bellezza quasi ipnotica. L’attrice Roberta Mattei, è un volto oramai noto del grande schermo; si è infatti fatta conoscere con due film drammatici. In “Non essere cattivo” di Claudio Caligari (candidato all’Oscar 2016 per l’Italia) interpretava la compagna saggia dell’eroe maledetto Alessandro Borghi e in “Veloce come il vento” di Matteo Rovere era la fidanzata tossicodipendente di Stefano Accorsi. Questa volta invece la vediamo al cinema dal 12 dicembre con “Il primo Natale”, scritto, diretto e interpretato da Ficarra e Picone che ci raccontano una storia natalizia un po’ fantasiosa, senza slitte, renne, camini e befane. Ne abbiamo parlato proprio con lei.

Roberta, innanzitutto partiamo da come ti sei trovata ad essere diretta da Ficarra e Picone e lavorare con loro?

“Sono due persone con una grande passione per il cinema e, attraverso anche questo linguaggio, siamo riusciti a comunicare al meglio. Mentre giravamo, avevano costanti intuizioni. Quella che vedrete al cinema è una commedia gentile che arriva al grande pubblico”.

E’ un film di Natale diverso dal solito, perché?

“Non è un cinepanettone, bensì una commedia d’autore verso il pubblico popolare. Al suo interno, ci sono tutti gli ingredienti per essere un film di qualità: la favola e il grande cinema”.

Tu chi interpreti?

“Sono Rebecca, ovvero colei che accoglie i due protagonisti a Betlemme, è una vedova con un bambino, rispettosa del padre ma che deciderà di intraprendere la sua vita. E’ una donna di carattere”.

Cosa pensi di un film di Natale così?

“In questa pellicola cinematografica troviamo l’essenza del Natale, motivo per cui questo film è necessario in questo periodo storico; è rivolto a tutti.

Perché hai scelto di fare l’attrice?

“Da piccola volevo evadere dalla realtà. Facendo questo mestiere, riesco ad entrare in uno spazio diverso, senza spazio e tempo. E’ una scatola magica”.

Il cinema cos’è per te?

“E’ il linguaggio artistico tra i tanti che amo. E’ il tempo speso meglio da spettatrice ed è il libro per chi non sa leggere”.

Che cosa hai imparato sul set di “Non essere cattivo”, diretta da Caligari che poi sarebbe scomparso alla fine delle riprese?

“Un senso di magia. Il regista è stato un maestro che parlava molto poco ma che di fatto non aveva bisogno delle parole. Mi ha permesso di donare una parte di me molto intima”.

E invece per “Veloce come il vento”?

“Il superamento della paura per il mio primo film, la scoperta del set e la tenerezza per il mio personaggio”.

I tuoi prossimi progetti?

Anna” di Niccolò Ammaniti per Sky e “Last Words” di Jonathan Nossiter”.