In radio, negli store e sulle piattaforme digitali “HELIUM”, c’è il nuovo singolo di NORMAL – nome d’arte di Jessica Passilongo, classe 1992 – , brano che parla della voglia di emergere e di spiccare il volo, che deriva dalla sensazione di claustrofobia che si prova quando la tua routine, la tua città e la tua casa iniziano a starti strette. Normal ha iniziato a 10 anni un lungo percorso di formazione approcciandosi inizialmente alla chitarra, per poi orientarsi definitivamente al canto e alla tecnica vocale. Da sempre alla ricerca della propria personale espressione musicale, svolge frequenti sessioni di registrazione a servizio di djs e produttori, unitamente a numerose esperienze live che la vedono sia in qualità di protagonista con un proprio progetto orientato al pubblico dei clubs e di molte manifestazioni locali. Sentendo il bisogno di esprimere sempre di più la propria e matura personalità artistica, in cui la sonorità della propria voce solista si intreccia spesso e volentieri alla pari con le armonizzazioni e gli arrangiamenti vocali che lei stessa sovraincide.
Normal, innanzitutto ci spieghi perchè hai scelto proprio questo nome d’arte?
“Ho pensato a lungo al mio nome d’arte e non è stato facile trovarlo. Non trovavo nulla che sentissi mio e che mi rappresentasse veramente. Capire chi si è non è facile. Un giorno, parlando di questi dubbi con un mio caro amico, è uscito questo nome. Mi ha detto: “Perchè non Normal? Tu sei normale, una ragazza con una passione, come tante, ma sei anche un’artista e gli artisti non lo sono per definizione. E poi cos’è normale al giorno d’oggi? Non è facile definirlo.” Questa conversazione è stata una rivelazione, ho sentito il nome subito mio, e sapevo di aver trovato quello giusto finalmente”.
Cosa evoca la tua arte?
“Con la mia musica credo di esprimere il mio mondo interiore, i miei sentimenti e il mio essere, in cui le altre persone si possono rispecchiare. Penso che l’arte sia fatta per far emozionare e, di conseguenza, l’obiettivo sia proprio questo. Se con la mia musica riesco a smuovere le emozioni nelle altre persone, ad evocare in loro ricordi e sentimenti, ho raggiunto il mio scopo”.
Tu e la musica: quest’amore quando è nato?
“Credo che il mio amore per la musica sia nato insieme a me, tramandato dalla mamma. Fin da piccola cantavo in ogni momento, e crescendo la cosa non è cambiata. Ho iniziato a 10 anni a studiare chitarra per potermi accompagnare e per scrivere le mie prime canzoni, e a 13 mi sono iscritta all’Accademia Superiore di Canto di Verona. Ho studiato canto per molti anni e parallelamente ho conseguito la laurea in Neuroscienze e Riabilitazione Neuropsicologica, che io chiamo “il mio piano B”. Nonostante la neuropsicologia mi affascini molto infatti, sento che non mi soddisfa appieno perché la musica è la mia vera passione ed è il mio primo pensiero al mattino, e l’ultimo alla sera prima di dormire”.
Come definiresti la tua musica?
“Credo che definirei la mia musica emotiva ed “esplosiva” perché il mio focus è sempre sull’emozione e una mia caratteristica durante la composizione è quella di cercare di far arrivare l’ascoltatore pian piano verso un’esplosione, come si può notare anche nel ritornello di Helium. Il mio sound poi è molto internazionale, lo definirei anche particolare, perché è ricco di armonizzazioni che non solo valorizzano il brano, ma acquistano importanza tanto quanto la melodia principale”.
E’ uscito “Helium”, per quali motivi questo titolo?
“Ho scelto di chiamare questa canzone “Helium” perché l’elio è l’emblema della leggerezza, essendo addirittura più leggero dell’aria e rendeva perfettamente l’idea di libertà e salita verso l’alto che volevo esprimere. Volevo che gli ascoltatori, già dal titolo, pensassero a un qualcosa, come un palloncino, che si stacca da terra per spiccare il volo. Inoltre, mi piaceva l’idea che in greco antico fosse il nome del Sole, il simbolo di un qualcosa che continua a rinascere all’infinito”.
Emergere e restare, emerge questo da tuo singolo, ma quali significati dai a queste due parole?
“In questa canzone l’idea del restare è legata al concetto dello star fermi e bloccati, del non cambiare, del continuare a fare le stesse cose in continuazione. In questo senso si contrappone perciò all’emergere, inteso come liberazione dai propri vincoli (che possono essere pensieri, paure, situazioni negative, ecc.), da cui deriva la libertà e la realizzazione dei propri sogni”.
I tuoi prossimi progetti?
“Tra i miei progetti, a cui sto lavorando molto in questo periodo, c’è quello di finire di creare il mio spettacolo live. E’ un progetto abbastanza ambizioso e impegnativo a riguardo, ma siamo quasi pronti. Senz’altro poi c’è anche la pubblicazione di altri singoli, sia in lingua inglese che in italiano, che verranno raccolti in un EP”.