Il cantautore irpino Zerella – nome d’arte di Ciro Zerella, classe 1993 -, il 20 settembre è tornato con il suo nuovo singolo”Tutta Bianca”, un toccante brano che parla di amore, di cieli notturni e di provincia paranoica. Cresciuto tra i dischi, le musicassette e i videogiochi della sua vecchia casa inizia a scrivere canzoni per scappare dalla monotonia del liceo e con il suo progetto cantautorale apre concerti, (tra gli altri, di MariaAntonietta, Edda, Giorgio Canali e Marlene Kuntz). Nel 2017 si divide tra laurea in enologia, live e lavoro in studio al suo primo disco “Sotto Casa Tua”. Zerella è tra i finalisti del “Sony Atv Camp” e di “Ossigeno Metropolitano”, concorsi per autori di canzoni under 35. Il 19 febbraio scorso è uscito il terzo singolo estratto da “Sotto Casa Tua”, una nuova versione remixata e rimasterizzata di Santiago Bernabeu in duetto con Gabriele Troisi. A marzo, Zerella è tra i 130 selezionati alle fasi finali di 1M Next. L’estate del 2019 lo vede girare in duo. Il 6 e il 7 settembre è tra i finalisti del Premio Ugo Calis e il 20 settembre, dopo un anno e mezzo di silenzio discografico, esce il nuovo singolo “Tutta Bianca”, prodotto da Simone Sproccati e Davide Napoleone. Ne abbiamo palrato con lui.
Zerella, la tua passione per la musica quando e come nasce?
“La mia passione per la musica è presente in me da che ho ricordi. Nasce grazie a Sarabanda, programma che da bambino mi faceva letteralmente impazzire. Quello è stato il primissimo approccio alla musica. Se invece vogliamo intendere passione per la musica inteso come “suonare”; beh, ho iniziato a cantare e suonare al liceo e a 17 anni a scrivere le mie primissime cose”.
Come definiresti la tua arte?
“Ho difficoltà ad autodefinirmi. Credo questo compito tocchi alla critica musicale e al pubblico. Sono un cantautore con la passione per la scrittura, i videogiochi e il cinema, mettiamola così”.
Il tuo nuovo singolo “Tutta Bianca” è uscito da poco, cosa speri arrivi al grande pubblico?
“Spero arrivi la sincerità del brano in modo chiaro. Ho fatto zero calcoli quando il Brano è stato scritto e ho voluto mantenere una certa semplicità anche nella produzione. Per questo ringrazio Simone Sproccati che ha curato i suoni e la produzione del disco ed ha remato nella mia stessa direzione. Nonostante questo, credo arrivi chiaro anche il lavoro che ritengo importante fatto sulle parole”.
Perché dare a una canzone proprio questo titolo?
“Perché innanzitutto, il titolo deve incuriosire. E credo che questo possa accadere; poi perché la lavatrice “tutta Bianca” è un po’ il simbolo del brano e credo sia perfettamente coerente con l’atmosfera del brano e del video”.
Ci racconti quali emozioni cerchi di raccontare con questa canzone?
“Sono dell’idea che le emozioni non si possano raccontare con esattezza nelle canzoni ma sarebbe un delitto non volerci provare. La malinconia espressa nel brano è reale, essendo il brano un brano quasi totalmente autobiografico. Insomma la canzone secondo me trasmette a chi ascolta una sensazione più o meno simile per tutti”.