Nei migliori teatri italiani in scena “Skianto”, una produzione firmata dal Teatro Franco Parenti e vede Filippo Timi, in scena con Salvatore Langella, nei panni dell’autore oltre che dell’attore, come avviene per la maggior parte dei suoi lavori. Il titolo dello spettacolo sarà anche il nome del varietà prodotto da Ballandi Arts che il 13 e il 20 febbraio 2020 vedrà protagonista Filippo Timi su Rai 3. Attingendo dall’esperienza diretta vissuta con la cugina cerebrolesa, Timi dà voce a sogni, desideri e tormenti intrappolati nella gabbia di un corpo che non può muoversi, parlare, esprimersi. Ecco che emerge Filo, un bambino diversamente abile; è nato infatti con la scatola cranica “sigillata”. La disabilità diventa oggetto di rappresentazione man mano che sulla scena si materializzano tutti i desideri impossibili del protagonista. Con la fantasia, il piccolo Filo vola via dalla doppia gabbia in cui è imprigionato,  impadronendosi della sua esistenza e chiedendo a squarciagola amore, sesso e libertà. Tuttavia, come tutti i sognatori, anche lui dovrà scontrarsi con la realtà. Di questo, degli inizi e del grande successo abbiamo parlato con Filippo Timi, un grande sognatore di  una realtà vera.

Timi, Perché hai deciso di portare in scena “Skianto”?

“Ho pensato di riportarlo nonostante avesse debuttato nel 2014 perché sentivo il bisogno di dire ancora qualcosa. Parlando con i direttori dei teatri, abbiamo pensato di riportare questo tra i tanti spettacoli prodotti dal Parenti, in vista anche delle due puntate su Rai3”.

Ci puoi spiegare meglio il titolo?

“E’ un omaggio agli anni ottanta. Racconta di un personaggio che è nato in una condizione abbastanza estrema, ovvero con la scatola cranica chiusa; è come se la sua vita interiore si schiantasse con una serie di limitazioni viste, in questo caso, come possibilità. Il teatro ha la facoltà di evocare; c’è stata quindi la volontà di esprimere la sconfinatezza dell’interiorità inaccessibile al mondo”.

Ti vediamo nelle vesti di Filo.

“Sono partito dalla figura di mia cugina che è nata proprio come Filo; per gioco narrativo, ho traslato il ruolo da lei a me. Lo spettacolo inizia con Filo bambino, per poi passare all’adolescenza fino all’età matura”.

Sono tantissime le tematiche che affronta nello spettacolo, come per esempio il costante confronto tra il sogno e la realtà. Per lei cosa rappresentano?

“Non è affatto semplice rispondere a questa domanda a dire il vero. Quando faccio teatro, sono molto aperto al sogno; attraverso un personaggio posso parlare di diversi argomenti e viceversa. Credo che si debba fare una differenza tra i sogni che si fanno mentre si dorme e i sogni come aspirazioni a vivere, essere felici e capire il mondo. La realtà è la vita quotidiana, con tutti i suoi pro e i suoi contro”.

Khalil Gibran affermava: “La libertà è il potere di fare ciò che è bene, non ciò che piace” , il suo personaggio sarebbe d’accordo?

“Assolutamente così, ma credo che chiunque potrebbe condividere questo. Non so però se Filo riuscirebbe a pensarlo perché il suo è un percorso molto intimo”.

Alla fine, anche Filo dovrà confrontarsi con la realtà, una realtà che davanti ai suoi occhi è piuttosto amara, è d’accordo?

“Ritengo che il mio personaggio non si metta nella condizione di giudicare la realtà. Vive la vita da dentro e quindi non si accolla quanto dicono gli altri; è già insita una speranza in lui”.

Cosa c’è della realtà che stiamo vivendo che non dovrebbe essere reale?

“Tantissimo, anzi forse troppo. Possiamo spaziare in più campi: dall’ecologia alla politica fino all’economia. Il mio personaggio nello spettacolo arriva a scontrarsi con alcuni limiti della realtà, senza soccombere ma cercando di superarli”.

 

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Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.