Siamo nel 1895 e il capitano francese Alfred Dreyfus, giovane militare di origine ebrea, viene accusato ingiustamente di alto tradimento e come spia dei tedeschi. Nel cortile dell’École Militaire di Parigi l’ufficiale dell’esercito francese, Georges Picquart, assiste alla condanna all’esilio del giovane uomo definito “informatore del nemico”. Dreyfus viene spedito nella remota Isola del Diavolo, al largo della costa della Guyana francese. Completamente solo e tormentato, il capitano trascorre il suo tempo a disperarsi e a scrivere alla moglie, rimasta in Francia. Dopo l’arresto di Alfred Dreyfus, Picquart viene promosso e messo a capo dell’unità di controspionaggio militare. Durante la carica si rende conto che, nonostante Dreyfus sia stato esiliato, le informazioni segrete francesi giungono ugualmente alle orecchie tedesche. L’ufficiale si convince che il suo collega è stato accusato ingiustamente e che la spia è ancora tra loro. Desideroso di giustizia e di verità, Picquart inizia a indagare per anni, scontrandosi con il suo stesso Paese e con il rischio di compromettere la sua stessa carica militare; mentre il capitano esiliato vive umiliato in prigionia e al cinema -, il nuovo e attesissimo diretto da Roman Polanski – con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner e Mathieu Amalric e una produzione composta da Canal+, Eliseo Cinema e France 2 – ed un’opera cinematografica che sembra arrivare proprio al momento giusto. Il film racconta senza maschere e senza fronzoli come di fatto il potere sia in grado di costruire falsificazioni e sconvolgere intere vite. Attraverso la figura di Picquart Polanski ci ricorda la necessità di andare al di là delle proprie convinzioni di fronte all’ingiustizia, di superarle e ci interroga sulla morale dei nostri tempi, che osservando quello che accade, è messa a fura prova.