Solare, affascinante e piena di energia, con un accento emiliano doc: questo e molto di più è Senhit, la bravissima cantante italo eritrea. In questi giorni è uscito il suo secondo singolo in italiano “Un bel niente”, invadendo, con i cartelloni che riportano alla canzone, le strade di Roma, Milano e Bologna. Senhit è originaria dell’Eritrea ma è nata e cresciuta a Bologna dove i suoi genitori si sono trasferiti 45 anni fa, insegnandole fin da subito la convivenza tra le tradizioni eritree e la cultura italiana. Per Senhit è sempre stata una cosa molto importante perché ha riconosciuto con gli anni il sacrifico, la passione e l’impegno speso dai suoi genitori nel far integrare i propri figli. Senhit è una donna perfettamente integrata che riesce a vivere grazie alla musica. Ha infatti girato il mondo prima con i musical e poi come cantante solista.
Senhit, “Dark Room”com’è nato? Per quali motivi hai deciso di chiamarlo proprio così?
“La mia è una dark room 2.0, più moderna, misteriosa e provocatoria. Con questa canzone sono tornata a cantare in italiano, pur rimanendo con un piede nella sfera internazionale. Gli autori sono Gigi Fazio e Andrea Bonomo con i quali collaboro”.
Il tuo nuovo singolo è “Un bel niente”, ma cosa vuoi raccontarci con questa canzone?
“E’ un inno alla leggerezza, non alla superficialità. Stiamo attraversando un periodo storico non facile ed ecco che con la mia canzone spero di regalare ritmo e un po’ di spensieratezza”.
Sei originaria dell’Eritrea ma sei nata a Bologna. Cosa rappresenta per te questa città? E l’Eritrea?
“Bologna è la mia Itaca, la mia città, la mia casa; sono sempre fuori ma ci torno sempre. L’Eritrea rappresenta la mie radici e la mia cultura: è quando mia madre cucina ancora il piatto tipico, quando ci sono ospiti a cena o quando mi parla in eritreo, quando si arrabbia”.
C’è qualcosa che unisce e qualcosa che divide questi due Paesi?
“C’è moltissimo che divide, soprattutto in questi ultimi anni, ma anche molto che unisce; l’umanità esiste ancora in moltissime persone per fortuna. La mia Bologna è una città che accoglie ed è solidale nei confronti dello straniero”.
La tua passione per la musica quando è nata?
“Da giovanissima; avevo 14 anni quando Fiorello con il suo karaoke passa da Russi. Le audizioni per “Canta tu” si tenevano a Imola, sono stata presa e ho anche vinto quell’edizione. Da lì è cominciato tutto”.
Come definiresti l’arte delle note?
“Passionale, fresca, energica e grintosa, esattamente come sono io”.