Quello che emerge è uno sguardo sarcastico e implacabile nei confronti degli ultimi, oltre che il racconto assolutamente non scontato della Sicilia contemporanea e anche di tutto il Paese. Questo è “La mafia non è più quella di una volta”, il documentario – da oggi nelle sale cinematografiche di tutta Italia – che ha fatto sì che Franco Maresco si aggiudicasse il Premio speciale della Giuria al Festival di Venezia di quest’anno. Quello che vedremo al cinema non è il classico film che tratta del delicato e potente argomento della criminalità organizzata perché è una pellicola un po’ sui generis e diversa dalle precedenti. Il tema principale naturalmente è l’anniversario – ben 25 anni – delle stragi di Capaci e via D’Amelio, ma si parla anche di tutto ciò che ruota attorno al concetto di mafia, coinvolgendo personaggi bislacchi, sempre più improbabili, veri e propri fenomeni da baraccone, ma anche altri sicuramente più validi. Il documentario segue con grande attenzione anche la fotografa Letizia Battaglia che ha raccontato con i suoi scatti la lotta alla criminalità organizzata. Il film si apre con il corteo di commemorazione – con la partecipazione della fotografa – per i 25 anni dall’assassinio dei due giudici; a parteciparvi c’è anche la Battaglia. I balli, canti e il clima di allegria da paese, uniti alle risposte poco propense a condannare la mafia e a ricordare i due magistrati come degli eroi da parte dei passanti, disgustano la Battaglia al punto da spingerla ad abbandonare la manifestazione. Tra i protagonisti de “La mafia non è più quella di una volta”ritroviamo la figura di Ciccio Mira, mediocre impresario di cantanti neo melodici; nel 2014 abbiamo assistito al suo impegno in favore dell’organizzazione di concertini che guardavano con simpatia alla mafia, oggi invece lo ritroviamo mentre si spende per un evento dedicato alla memoria dei due magistrati siciliani Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Questo sarà un film che lascerà il segno dividendo però gli spettatori; staremo a vedere cosa accadrà.