La stiamo vedendo nelle sale cinematografiche con l’ultima fatica di Pupi Avati, “Il signor Diavolo“, un horror sui generis che sta attirando molti spettatori. Rita Carlini è stata scoperta da Maurizio Costanzo che dal 1994 al 2000 l’ha invitata come ospite a diverse puntate del Maurizio Costanzo Show come istrionica e sensuale opinionista sociale e televisiva. In seguito, dopo aver studiato recitazione alla scuola di mimo di Marcell Marceau e successivamente da Beatrice Bracco, ha ottenuto il ruolo di co-protagonista nell’undicesimo episodio della seconda stagione di “Don Matteo” su Rai. Il 1997 è l’anno in cui è iniziato il sodalizio con Pupi Avati. Ricordiamo la sua partecipazione ne “Il cuore altrove”,” Il papà di Giovanna” e “Il cuore grande delle ragazze”.

Sei tra i protagonisti de “Il signor Diavolo”. Per quali motivi ha accettato questo film?
“Ho accettato questo ruolo così trasfigurato e particolare perché è sempre un grande onore recitare per Pupi Avati che sa creare con il suo stile inconfondibile personaggi spesso fuori dagli schemi classici e perché sulla sceneggiatura scritta insieme ad Tommaso e Antonio Avati era tutto molto emozionante. Cerco sempre cose nuove e diverse tra loro nel mio percorso di attrice, quelle sfide che mi galvanizzano tanto”.

Ci racconti un pochino del suo personaggio?
“Sono Nina, la domestica sposata di Don Zanin (Lino Capolicchio); il compito è di accogliere l’ispettore di Grazia e Giustizia Momentè (Gabriele lo Giudice) nella canonica della chiesa di cui possiedo le chiavi”.

Chi è “Il signor Diavolo”?
“Nella poetica di Avati è un’entità spaventosa, forse più spaventosa di qualsiasi trattato di demonologia, in quanto nasce, cresce e prospera all’interno della comunità: nel circolo chiuso e asfissiante del paesello o della provincia, nel pregiudizio atavico del sentire popolare, in quella zona grigia tra religione, magia, superstizione e folclore. Il demonio si arricchisce delle sulfuree metafore del potere e della politica. Chiesa e Stato sembrano aver trovato nel “Diavolo” lo strumento ideale per la manipolazione della verità”.

Questo è un film che si discosta un po’ dalla cinematografia a cui siamo abituati di Pupi Avati, perché? Qual è la novità?
“E’ un film che si riallaccia all’antico amore di Avati per le storie nere, un ritorno al genere gotico horror padano, già espresso in passato in diversi film come”Balsamus l’uomo di Satana”, “Zeder” e  “La Casa dalle finestre che ridono” divenuto cult assoluto negli anni”.

Come viene visto l’horror in Italia?
“Si è estinto negli anni 80, anche se in realtà è un un genere che ha sempre stentato a decollare nel Paese. In passato, a partire da “Vampiri” di Riccardo Freda, il gotico italiano ha dato grandi prove di se’ realizzando opere che sono diventate un punto di riferimento e un modello per la cinematografia mondiale. Ne “Il Signor Diavolo” riemergono tutte le paure e ossessioni di un Pupi Avati bambino rimasto sconvolto dalla visione del quadro fiammingo “Ritratto dei Coniugi Arnolfini” di Jan Van Eyck che era dietro la scrivania del nonno e successivamente del padre”.

Non è la prima volta che sei diretta dal regista bolognese, per te cosa rappresenta?
“La fiducia di Pupi e dello stesso Antonio Avati per qualsiasi ruolo vengo contattata rappresenta quella possibilità di rendere reali parte dei miei sogni di attrice che ho sempre avuto. Oggi tutto va alla velocità della luce e, quando ti capita un film così, ti senti fortunata”.

Sei di Rimini ma vivi a Roma da diversi anni. Cosa porti sempre con te della Romagna quando sei in giro per il Paese?
“E’ sempre nel mio cuore, nel dna sono molto romagnola al di là dell’accento che recitando a volte ho dovuto camuffare, dicono per il carattere spontaneo, semplice, simpatico, un po’ folle. Mi fa sempre piacere, sono molto nostalgica. Ciò che siamo nel bene e nel male lo dobbiamo al luogo da dove proveniamo”.

Cosa ti ha spinto ad entrare a far parte del mondo dello spettacolo?
“Il fatto di essere una grande sognatrice e romantica, sempre anche quando tutto questo a volte nella realtà non esiste; l’amore per il cinema mi ha aiutata tantissimo ad evadere da un senso a volte di inadeguatezza, di trovare una dimensione dove poter esprimere e dare un senso al mio carattere mutevole e lunatico fatto di aspetti opposti tra loro”.

Sei stata ospite fissa al Maurizio Costanzo Show dal 1994 al 2001 in veste di opinionista sociale e televisiva. Cosa voleva dire in quegli anni ricoprire quel ruolo? Oggi pensi sia diverso?
“Ho ricordi bellissimi di quel periodo. Neanche io ci credevo. Maurizio Costanzo era il mio mito, lo guardavo con mia madre fino a notte fonda. Parlare con lui, avere i suoi consigli e tutte le persone che mi hanno arricchito su quel palco già era un sogno. Ora molte cose sono cambiate: è tutto più frenetico e veloce con i reality e internet, anche se i professionisti della tv continuano ad avere sempre un grande seguito”.

Ne “La via degli angeli” hai lavorato con Carlo Delle Piane, recentemente scomparso. Quali ricordi hai di lui? Con quale aggettivo lo definiresti?
“Ebbi l’onore di conoscerlo sul set del film di Pupi Avati dove lavoravo in un piccolo ruolo con Gianni Cavina. Era una persona che portava quella verità, pudore e sensibilità che lo distinguevano dagli altri. Pupi Avati, soprattutto, ha visto per primo nella sua sottorecitazione, quella che gli americani chiamano underacting, la sua forza e autenticità che ha saputo imprimere per sempre nella magia di un cinema senza spazio e tempo, un cinema per sempre”.

Articolo precedenteLuca Marinelli al cinema con “Martin Eden”
Articolo successivoCala il sipario sul Festival del Cinema di Venezia 2019: Leone d’oro a “Jocker”
Giulia Farneti
Quando la musica, il cinema, il teatro e la televisione si uniscono al giornalismo dando vita a una passione costante per l'arte, lo spettacolo è inevitabile. Dopo aver collaborato con il quotidiano Infooggi (redazione siciliana) occupandosi di criminalità organizzata, ha aperto anche la rubrica settimanale “Così è (se gli pare)” di cui era anche responsabile con Alessandro Bertolucci. Ha collaborato con i quotidiani La Nostra Voce, Resto al Sud e con il mensile IN Magazine. Attualmente collabora con il Corriere Romagna che ha sede a Rimini, con il mensile PrimaFila Magazine che si occupa di cinema e libri, ed in ultimo ma non per importanza, con Showinair.news, l'attuale Testata Giornalistica, con articoli e interviste inedite a personaggi dello spettacolo del cinema, televisione, teatro, musica e articoli di cultura.