Un passato che non abbandona e un presente vissuto a pieno, malinconia, sospensione e dolcezza, i percorsi della memoria, la geografia, il tempo, il luogo e il momento sono i grandi temi di Mikhaël Hers, regista davvero abilissimo nel creare echi e ricordi futuri, a tradurre le variazioni del cuore in maniera fisica e sensoriale. “Quel giorno d’estate” è un film che cerca di raccontare il dramma del terrorismo tenendolo chiuso entro le mura domestiche.
La pellicola cinematografica – da oggi nelle sale -, diretta da Mikhaël Hers, è la storia di David (Vincent Lacoste), giovane che vive a Parigi e sbarca il lunario con piccoli lavoretti occasionali. il suo unico contatto familiare è rappresentato dallo stretto legame con la sorella Sandrine (Ophélia Kolb) e la nipotina di 7 anni Amanda (Isaure Multrier). Un giorno accanto a David si trasferisce Lena (Stacy Martin) e tra i due nasce presto un amore. Tutto sembra andare per il meglio, ma la vita di David viene sconvolta dalla morte improvvisa di Sandrine, durante un attacco terroristico nel cuore di Parigi. Oltre a dover affrontare lo shock e il dolore della perdita di sua sorella, David dovrà prendersi cura della piccola Amanda.
E’ passato diverso tempo dal 7 gennaio del 2015, giorno di quell’attentato alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo che è poi diventato uno spartiacque per la vita futura di tutti i francesi. Dopo quel giorno, c’è stato altro terribile attacco, persino più feroce e violento, che ha visto coinvolte centinaia di persone nella sala concerti del Bataclan ed in generale la città di Parigi ha reagito prima con un po’ di paura poi dimostrando tutto il suo coraggio. “Quel giorno d’estate” è la risposta del regista a tutto quell’odio, è un film che parla della generazione Bataclan, che poi è la nostra, e della una storia di uno ma che poi è di tutti.