«Il nome della Rosa non è un romanzo ma è un grande libro, nel senso che c’è una struttura portante di romanzo poliziesco ma dentro c’è tutto: c’è la storia, c’è la filosofia, si parla di amore, del ruolo della donna nel mondo, di terrorismo, di conoscenza in generale. Il problema era trasformare tutto
questo non in una lezione fatta da una cattedra ma in azione, in immagini». Queste sono le parole del regista Giacomo Battiato che ha diretto il capolavoro di Umberto EcoIl nome della Rosa” che arriva in tv da stasera su Rai1.

La serie evento è interpretata da un cast internazionale, tra cui figurano John Turturro, Ruper Everett, Michael Emerson, Damian Hardung, Fabrizio Bentivoglio, Stefano Fresi, Greta Scarano, Roberto Herlitzka.

Un kolossal da 26 milioni di euro, che si articola in 8 episodi in onda in quattro serate. Prodotta da 11 Marzo e Palomar con Tele München e in collaborazione con RaiFiction, la trasposizione televisiva di uno dei
più grandi romanzi del Novecento è diretta da Giacomo Battiato che ha messo mano anche alla sceneggiatura, partendo dalla prima stesura di Andrea Porporati, lavorandoci insieme al protagonista John Turturro, alias Guglielmo da Baskerville.

«Non avevo letto il libro prima di essere scelto per questo progetto spiega l’attore statunitense poi però l’ho letto molte volte. Con Giacomo abbiamo lavorato anche sugli altri personaggi, che non erano sviluppati completamente, perché attraverso gli altri monaci si capisce il percorso di Guglielmo e Adso». Girata in inglese sul set allestito a Cinecittà e già venduta in 130 Paesi, la fiction ha avuto l’approvazione iniziale di Eco, che aveva letto il canovaccio, e quella postuma della famiglia, che ha visionato in anteprima tutte le puntate.

«Per noi è una grande sfida – commenta il direttore di RaiFiction Tinni Andreatta – una macchina seriale adulta e matura che dimostra come la fiction Rai sia cresciuta, insieme al pubblico che ci chiede qualità».