Nel giorno degli innamorati arriva al cinema “Un’avventura”. Sulle note delle intramontabili canzoni scritte da Lucio Battisti e Mogol. Matteo (interpretato da Michele Riondino) e Francesca (interpretata da Laura Chiatti) scoprono l’amore, si perdono, si ritrovano, si rincorrono, ognuno inseguendo il proprio sogno: lei vuole essere una donna libera, lui vuole diventare un musicista.

Francesca gira il mondo per cinque anni, mentre Matteo rimane a scrivere canzoni d’amore. Quando Francesca ritorna porta con sé il  vento di cambiamento degli anni ‘70, fatto di emancipazione, progresso ed evasione. I due si ritrovano e il loro amore rinasce più forte di prima, ma la loro storia seguirà sentieri inaspettati.

«Le canzoni di Battisti e Mogol anche a distanza di tanti anni dalla loro pubblicazione risultano forti, poetiche ed evocative, sia perché prive di retorica, sia perché dietro ognuna di esse si indovina sempre una storia. Questi brani sono pietre miliari  nella storia della  musica italiana ed è  stato un grande privilegio poterle utilizzare nel film, ma è stata anche una grande sfida drammaturgica e registica integrare le  canzoni  nel tessuto del film, era necessario che le canzoni diventassero indispensabili momenti della storia e non parentesi di puro intrattenimento – ha dichiarato il regista Marco Danieli -. Questo lavoro l’ha impostato bene Isabella Aguilar, autrice del soggetto e della sceneggiatura del film, che ha scritto la storia attorno e dentro le canzoni di Battisti e Mogol. E’ poi toccato a me, insieme ai più stretti collaboratori, continuare il lavoro di amalgama, di mescolanza, di osmosi e di combinazione, tra le scene dialogate, quelle cantate e quelle danzate cercando di rendere più fluido possibile il flusso emotivo del racconto evitando solchi troppo profondi tra le varie parti. Ho utilizzato linguaggi diversi: in certi casi (ad esempio in “Io vivrò”) siamo vicini a quello del videoclip (il protagonista canta in contesti reali ma non viene ascoltato dagli altri personaggi e a volte si rivolge direttamente verso la macchina da presa); in altre scene invece il cantato si sostituisce al dialogo (ad esempio in “Non è Francesca” la conversazione tra il protagonista e un amico senza soluzione di continuità diventa cantata). In altri casi invece il canto e la danza trovano un addentellato realistico dentro la scena: ad esempio in “Uno in più” c’è una festa hippie in spiaggia che giustifica il canto e la danza collettiva».