Marco Giallini, Alessandro Gassmann e Gianmarco Tognazzi vengono trasferiti nel 1982, nella giornata in cui l’Italia sconfisse l’Argentina ai Mondiali di calcio in un viaggio totalmente inaspettato nel tempo. E’ il tempo di Palblito Rossi e delle parate di Zoff e quello della Banda della Magliana, organizzazione criminale fra le più temute di sempre. Tutto questo Moreno, Sebastiano e Giuseppe – i tre personaggi protagonisti del film – lo conoscono bene, visto che per sbarcare il lunario organizzano il tour dei luoghi in cui i noti malavitosi imperversavano.
Proprio in quei luoghi, a contatto con i veri gangster, cercheranno di far soldi con le scommesse grazie a quello che sanno riguardo gli eventi della banda. L’impresa però sarà più che altro cercare di rimanere vivi e tornare a casa. Così inizia “Non ci resta che il crimine”, un’action comedy con un salto nel fantasy di Massimiliano Bruno – in uscita da oggi al cinema – che che dirige, oltre al trio sopra qualche riga citato, Edoardo Leo nel ruolo di Renatino De Pedis e Ilenia Pastorelli che veste i panni della donna del boss.
«Questo film – spiega il regista -, il cui titolo omaggia un caposaldo della commedia italiana, ovvero “Non ci resta che piangere”, racchiude in sé una mescolanza di generi e suggestioni. E’ “Ritorno al futuro” che incontra “Romanzo Criminale” ma abbiamo pensato anche al nostro poliziesco, di qui alcune scelte stilistiche come zoom decisi sui volti dei malviventi, un cospicuo uso dello split-screen e un certo tipo di fotografia piuttosto cupa. Non manca un riferimento a “I soliti idioti” e, più in generale, alla grande commedia all’italiana, e in questo senso devo ammettere di aver avuto degli interpreti che non hanno nulla da invidiare ai protagonisti di quei film straordinari. Anche il clima che si respirava sul set era quello delle commedie di una volta, dove ognuno faceva bene la sua parte senza sovrastare gli altri».