Quella che ci viene raccontata al cinema a partire da oggi è la storia di uno dei più grandi pittori di sempre, capace di immortalare la realtà con una sua personalissima visione. La sua è stata una vita segnata dal destino, dall’insuccesso, dall’incomprensione e dall’isolamento. Esprimeva un malessere personale e profondo, una disperazione totale e una lucidità intensa che lo rendevano troppo spesso odioso ai più. «Volevo solo essere uno di loro»: lo dice il Van Gogh del magistrale Willem Dafoe – che ha conquistato la Coppa Volpi come miglior attore al Festival del Cinema di Venezia –  all’inizio della pellicola cinematografica.

Non è mai  riuscito ad essere uno dei tanti abitanti di Arles, ma aveva un talento indiscutibile ma anche molte turbe. La storia si sviluppa attraverso momenti chiave dell’esistenza dell’artista, con l’incontro con Gauguin – che ha il volto di Oscar Isaac – , tra liti e riappacificazioni, e il loro soggiorno nella cittadina della Provenza, il ricovero al manicomio di Saint-Rémy e la permanenza del pittore ad Auvers fino ad arrivare alla sua misteriosa morte. Nel film emerge il suo costante e viscerale rapporto con il fratello Theo – nel film è Rupert Friend – convinto sostenitore dell’arte di Vincent che lo supporterà fino alla fine dei suoi giorni. Viene narrato il periodo  sicuramente più intenso e travagliato della vita dell’artista, quello a partire dal 1888 quando a 35 anni si trasferisce ad Arles, in Provenza, fino alla morte poco chiara avvenuta il 27 luglio 1890 a Auvers-sur-Oise, dove era ospite del dottor Gachet.

Vengono mostrate le opere più note come “La casa gialla”, “Quattordici girasoli in un vaso”, “Autoritratto con orecchio bendato”, “Notte stellata” e ” La chiesa di Auvers”, oltre agli eventi più significativi della sua vita come la mutilazione dell’orecchio, i ricoveri in manicomio e l’inizio di un successo troppo tardivo. “Van Gogh: sulla soglia dell’eternità” è un film dedicato alla genialità di un maestro senza tempo. Il regista mostra al grande pubblico l’occhio dell’artista, in modo tale da far immergere lo spettatore nella visione del pittore in cui il colore è un elemento fondamentale per questa pellicola.