Una biografia politica brillante ma anche molto irriverente con una prova a dir poco straordinaria per Christian Bale. Da oggi nelle sale cinematografiche arriva “Vice – L’uomo nell’ombra”, il film diretto dal Premio Oscar Adam McKay. Il regista racconta al grande pubblico la vita di quello che forse rappresenta uno dei leader più riservati della storia degli Stati Uniti. Un uomo che è stato solo apparentemente un personaggio di secondo piano, ma che ha dato invece un’impronta fondamentale alla storia della politica americana degli ultimi anni. Le sue responsabilità hanno inciso sulla lotta all’ISIS e sull’ascesa alla presidenza di Donald Trump, passando per la nascita dei conservative media e dell’alt-right, Guantanamo e molto altro. Dick Cheney – colui che diventerà l’ex vicepresidente degli USA nelle vesti di un camaleontico Christian Bale – ha avuto un’ascesa al potere come pochi: da stagista del Congresso e uomo riservatissimo a personalità che ha cambiato il mondo come pochi leader negli ultimi cinquant’anni.
Attraversando ben mezzo secolo, Cheney è passato da operaio elettrico del rurale Wyoming fino ad arrivare al fianco del presidente degli Stati Uniti d’America, facendo emergere una sua visione del mondo a volte più amara e inquietante del previsto sull’uso e l’abuso del potere istituzionale. Grazie alla forte e fedele moglie Lynne – che ha il volto di Amy Adams –, e al brusco Donald Rumsfeld – interpretato da Steve Carell –, Cheney riesce ad “infiltrarsi” nel tessuto politico nel bel mezzo dell’amministrazione Nixon diventando prima Capo dello Staff della Casa Bianca sotto Gerald Ford e poi Segretario alla Difesa per George Bush senior. Nel 2000 arriva a ricoprire il ruolo di vicepresidente di George W. Bush – sul grande schermo è Sam Rockwell –, con l’accordo silenzioso di un controllo quasi totale. Dick Cheney è stato un vero e proprio co-presidente in tutto e per tutto, tranne che per l’etichetta istituzionale.